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Obama: “L’Isis è circondato, perderà”. Onu: “Foreign fighters aumentati del 70%”

Il presidente americano ha avvisato: “Battaglia non solo militare, ma anche ideologica”.
A cura di Davide Falcioni
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In apertura del summit dell'Onu su estremismo e terrorismo il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato in Siria e Iraq lo Stato Islamico  "è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia. Alla fine perderà perché non ha nulla da offrire se non disperazione e distruzione". Obama ha aggiunto che gli USA sono guidati da una "visione migliore" ma la vittoria "richiederà sforzi continui da parte di tutti". "Non siamo coinvolti solo in una campagna militare", ha spiegato ancora il presidente americano. "Le cose che si esprimono oggi nell’Is sono cresciute in decenni. Ma sono ottimista, perché in Iraq e Siria lo Stato islamico è circondato da una coalizione impegnata e determinata alla sua distruzione".

Il capo della Casa Bianca ha comunicato che la coalizione che sta combattendo lo Stato Islamico ha visto l'ingresso di Tunisia, Nigeria e Malesia e che di conseguenza ora è composta da 60 paesi. Obama ha avvisato che si tratterà di una battaglia lunga da combattere non solo a livello militare, ma soprattutto ideologico. Il presidente ha quindi condannato la strumentalizzazione da parte miliziani della religione, spesso trasformata in leva di forza per il reclutamento. "L’estremismo violento non è appannaggio di una fede nessuno dovrebbe essere bersaglio per via della propria fede".

C'è però un punto che segna una spaccatura tra USA e Russia nella strategia di guerra all'Isis. Se Putin è convinto che per il momento la presidenza di Assad vada salvaguardata, Obama pensa che in Siria sia necessaria una nuova leadership. La posizione statunitense è stata assunta con forza al summit anti terrorismo, anche se Obama ha precisato: "Si tratta di un processo complesso e noi  per trovare una soluzione politica siamo pronti a collaborare con tutti i Paesi, Russia e Iran compresi". Dal canto suo il segretario dell'Onu Ban Ki-moon è intervenuto sulla questione dei foreign fighters: "La minaccia posta da gruppi estremisti come l’Isis sta crescendo, i dati dell’Onu mostrano un aumento del 70% dei cosiddetti foreign fighter da oltre cento Paesi verso le regioni di conflitto".

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