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Obama contestato dall’attivista trans. Lui replica: “Sei a casa mia, vergognati”

Momenti di tensione alla Casa Bianca, dopo che la messicana Jennicet Gutiérrez ha accusato il presidente di aver fatto incarcerare e deportare gli immigrati illegali omosessuali.
A cura di Biagio Chiariello
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"Ascolta, sei a casa mia. Non avrai una risposta da me interrompendomi così. Non è rispettoso quando sei invitato da qualcuno. Vergognati, non dovresti farlo". Sono le parole con cui Barack Obama ha cercato di tranquillizzare l’attivista transgender Jennicet Gutierrez che lo interrotto e contestato durante un suo discorso alla Casa Bianca. “Presidente, libera tutti gli immigrati Lgbt dai centri di detenzione", ha gridato più volte Jennicet Gutiérrez a Obama. . “Sono un'immigrata senza documenti – ha proseguito – e sono stanca degli abusi che la polizia di frontiera continua a perpetrare contro le minoranze". Il presidente ha provato a riprendere il discorso, ma la disturbatrice non si è fermata. L’inquilino della Casa Bianca ha quindi replicato, mentre i presenti intonavano in coro il suo nome: "Obama! Obama!". Una volta smorzate le tensioni, il presidente ha ripreso il filo del discorso: "Generalmente non sono infastidito dai disturbatori – ha spiegato – ma quando sono alla Casa Bianca è diverso, ad ogni modo, dov'ero rimasto?".

Solo in seguito si è scoperto che la manifestante era Jennicet Gutiérrez, donna trans cofondatrice di “Familia Tqlm”, una organizzazione per la difesa dei diritti degli immigrati. Lei ha spiegato così la protesta: “Non c’è orgoglio nel modo in cui gli immigrati transgender sono trattati in questo paese. Se il presidente vuole celebrare con noi, dovrebbe rilasciare immediatamente gli immigrati gay e trans chiusi nei centri di detenzione”. Secondo i dati più recenti, ci sarebbe un detenuto trans ogni 500, ma la percentuale è di uno su ogni cinque casi in caso di violenze sessuali in carcere. La Gutiérrez ha chiesto il loro rilascio, per evitare che subiscano questi abusi.

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