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Obama all’attacco: “2014, anno della svolta, se mi bloccano agirò da solo”

Il discorso del Presidente USA allo stato dell’Unione: “userò i miei poteri per combattere le diseguaglianze sociali”. E per farlo è pronto a scavalcare l’iter legislativo.
A cura di Biagio Chiariello
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"Il 2014 sarà un anno d'azione", un anno di svolta per l'America. Parola di Barack Obama che nel suo discorso sullo Stato dell'Unione lancia la sua personale sfida al Congresso: le riforme necessarie vanno portate avanti, altrimenti interverrà lui stesso per decreto. "L'America non resterà immobile e neppure io – ha avvertito – dovunque e in qualsiasi momento agirò anche senza l'iter legislativo per estendere le opportunità delle famiglie americane. E' esattamente quello che farò". Tra le riforme reclamate dal presidente USA c'è la legge sull'immigrazione a quella sul lavoro con l'aumento del salario minimo, e la creazione di un fondo pensioni sostenuto dal governo". Visto che alcune di queste proposte "richiedono l'intervento del Congresso io sono pronto a lavorare con tutti voi – ha dichiarato – vediamo quali progressi possiamo compiere nei prossimi mesi. Trasformiamo il 2014 in un anno d'azione. E' ciò che vogliono gli americani".

Salario minimo – Tra le più attese riforme c'è sicuramente quella che prevede l'aumento del salario minimo dei dipendenti federali. In tal senso, Obama ha spiegato: "Ancora prima della Grande Recessione profonde trasformazioni tecnologiche e la globalizzazione avevano eliminato molti posti di lavoro ben remunerati". Pur parlando di ripresa economica, il numero uno della Casa Bianca l'ha descritta come diseguale e ingiusta: "I profitti delle imprese non sono mai stati così alti, eppure molti salari sono fermi. La mobilità sociale non è più quella di una volta. Nel mezzo di una crescita troppi lavoratori fanno fatica a tirare avanti". Quindi è andato dritto al punto e ha dunque esortato il Congresso ad alzare i salari sulla totalità dei dipendenti Usa. "L'attuale retribuzione minima è del 20% inferiore rispetto ai tempi in cui era presidente Ronald Reagan – ha denunciato – date all'America un aumento". Chi ha un lavoro a tempo pieno "non può vivere in povertà".

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