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Obama a Hiroshima: niente scuse, ma “impegno contro proliferazione armi nucleari”

Per la prima volta un presidente statunitense visita una delle città rase al suolo dalla bomba atomica sganciata il 6 agosto di 71 anni fa durante la Seconda Guerra Mondiale.
A cura di Davide Falcioni
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"La mia visita a Hiroshima è la prova che anche le fratture più dolorose possono essere ricomposte". A dichiararlo è stato il presidente Barack Obama parlando alle truppe americane e giapponesi di stanza alla base di Iwakuni prima di trasferirsi a Hiroshima per la prima visita di un capo di stato americano nei luoghi in cui gli USA lanciarono la bomba atomica durante la Seconda Guerra mondiale: era il 6 agosto del 1945 quando Little Boy, la prima bomba atomica, esplose ad una quota di 576 metri con una potenza pari a 12.500 tonnellate di TNT. L'ordigno causò circa 60.175 morti saliti a 100.000 negli anni seguenti.

Ciò nonostante la Casa Bianca ha precisato che la visita di Obama non va intesa come un'occasione per porgere le scuse formali bensì per promuovere l'impegno solenne a smantellare gli arsenali nucleari presenti nel mondo e onorare le vittime della Seconda guerra mondiale. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha accompagnato Obama al Parco della pace dove i due leader hanno depositato dei fiori davanti al Cenotafio, di fronte alla fiamma ardente. Il Presidente Usa ha dichiarato: "Perché veniamo qui? Per toccare con mano quanto una terribile forza ha devastato questo territorio. Per rendere omaggio alle persone che sono morte qui. Le loro anime ci parlano e ci ricordano cosa potremmo diventare. Dobbiamo ricordarci la storia che è fatta anche di tantissime cicatrici che sono simbolo di estremismi e imperi che sono caduti. Purtroppo sono tante le persone sacrificate nel tempo". "Ciò che è accaduto, l'immagine di un fungo nucleare, ci ricorda le contraddizioni umane. Nel giro  di pochi anni sono morte 60 milioni di persone. Siamo qui e cerchiamo di immaginare il momento in cui questa bomba e' caduta, pensiamo a cosa hanno provato i bambini….".

Obama: "Settantuno anni fa la morte arrivò dal cielo"

Barack Obama, in un discorso che rimarrà alla storia, ha dichiarato: "Settantuno anno fa la morte è arrivata dal cielo e il mondo è cambiato. La guerra fa parte della storia dell'uomo, ma abbiamo imparato che non dobbiamo utilizzare gli strumenti che abbiamo fabbricato per far del male. Dobbiamo fare di più per evitare di soffrire di nuovo, tra pochi anni gli hibakusha (sopravvissuti all'atomica, ndr) non ci saranno più. Dobbiamo fare il possibile per distruggere gli armamenti o bloccare i fanatici dall'impadronirsi di questi armamenti".

La visita di Obama ha un profondo significato: insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2009 per il suo impegno contro le armi nucleari, ribadirà nuovamente il suo messaggio nel luogo simbolo della follia della bomba atomica. Lo stesso primo ministro Shinzo Abe ha infatti spiegato: "La visita del presidente americano Obama servirà a dare un enorme impulso alla progressiva abolizione degli arsenali nucleari".

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