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Nuovo spesometro contro l’evasione: comunicazione all’Agenzia delle Entrate ogni 3 mesi

In arrivo lo spesometro 2017: il primo appuntamento per i contribuenti è per il 28 settembre per inviare la comunicazione periodica delle fatture iva all’Agenzia delle entrate.
A cura di Annalisa Cangemi
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Lo spesometro, lo strumento obbligatorio dal 2010 per la comunicazione dei dati delle fatture, ai fini iva, ha subito delle variazioni. Le comunicazioni ora andranno fatte solo in via telematica e sono interessati tutti i soggetti passivi iva, ad esclusione dei soggetti che si avvalgono del regime speciale per i produttori agricoli situati nelle zone montane, le amministrazioni pubbliche e quelle autonome, le persone che rientrano nel regime dei minimi e forfettario. Lo scopo? ridurre l'evasione fiscale in Italia.

Cosa cambia

Con lo spesometro 2017 i dati delle fatture emesse o ricevute dovranno essere comunicate una volta ogni tre mesi e non più una volta all'anno. Nell'articolo 4 del decreto fiscale della legge di Bilancio 2017 è stabilito che la comunicazione all'Agenzia delle Entrate deve avvenire entro l'ultimo giorno del secondo mese successivo a ogni trimestre, attraverso l'apposito modello comunicazione periodica iva 2017. Solo per quest'anno per inviare la comunicazione iva fatture 2017, i contribuenti dovranno rispettare la scadenza del 28 settembre, e del 28 febbraio 2018 per il secondo semestre. Il ministero dell'economia e delle finanze ha confermato la proroga: l'invio inizialmente era previsto per il 18 settembre. Lo slittamento è stato richiesto dagli operatori del settore, che si troveranno per la prima volta a fare i conti con la misura introdotta dal decreto legge 193 del 2016. La comunicazione deve contenere i dati identificativi dei soggetti con i quali si sono svolte le operazioni, la data e il numero delle fatture, la base imponibile, l'aliquota applicata, l'imposta, il tipo di operazione.

Quali sono le sanzioni previste

Per i contribuenti che omettono la comunicazione trimestrale iva, o la trasmettono in modo incompleto vanno da un minimo di 2 euro a fattura a un massimo di 1000 euro a trimestre. È possibile però integrare o correggere la comunicazione delle fatture emesse entro 15 giorni del mese successivo alla scadenza fissata per l'adempimento. in questo caso la sanzione viene ridotta della metà, e può arrivare a un massimo di 500 euro.

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