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Numeri intestati “per sbaglio” agli utenti a loro insaputa: bufera su Telecom Italia

Sarebbero migliaia i numeri del colosso della telefonia associati a utenti del tutto ignari, che potrebbero anche finire nei guai con la giustizia in caso di intercettazioni. Mentre Telecom si difende, parlando di “errore nel software”, il Garante della Privacy la sanziona.
A cura di Ida Artiaco
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Migliaia di numeri telefonici Telecom Italia risulterebbero intestati ad altrettanti utenti a loro insaputa. Tutto per colpa di un errore nel software, una falla nei sistemi informatici. Per questo, capita che persone ignare di avere un contratto con la società telefonica siano dichiarate "morose" per utenze che non gli appartengono o addirittura che possano finire nella banca dati giudiziaria, a cui ha accesso la magistratura per le intercettazioni, e per di più per conversazioni che non hanno mai avuto. Una situazione pericolosa, che ha costretto il Garante della Privacy ad intervenire e a sanzionare la stessa Telecom, oltre che con sanzioni amministrative, anche con la "bonifica degli errori nel sistema informatico", "l'avviso agli utenti interessati" e le "apposite annotazioni che lascino traccia nella banca dati giudiziaria".

Come racconta il Corriere della Sera, tutto è cominciato nel 2011, quando un abbonato comincia a essere inseguito da una società di recupero crediti, ma non ne comprende il motivo. Dopo una serie di indagini, la causa è presto detta: è ignaro di essere "moroso" in quanto al suo codice fiscale risultano attribuiti da Telecom ben 826 telefoni. Dopo che il consumatore ha sporto denuncia al Garante della Privacy, la società telefonica si è giustificata dicendo che si è trattato di un errore, o meglio di "una trascurabile pregressa anomalia software" dovuta a sua volta al passaggio dal vecchio al nuovo sistema gestionale tra il 2003 e il 2004. Un problema, tuttavia, non da poco. Ma le scuse di Telecom non sono evidentemente bastate, se lo stesso Garante ha avviato una ispezione i cui risultati sono ancora più preoccupanti.

L'errore dei sistemi informatici avrebbe infatti riguardato un numero molto maggiore di consumatori. Si parla di circa 644 clienti complessivamente intestatari, a loro insaputa, di circa settemila linee telefoniche. Questi ultimi, non solo rischiano di avere guai con le società di recupero crediti, ma addirittura con la giustizia, perché, come spiega ancora il Corsera, in caso di intercettazione, i numeri posti sotto controllo dalla magistratura potrebbero essere attribuiti a persone che con quelle chiamate non hanno nulla a che fare. Telecom ha tra i 30 e i 120 giorni di tempo per adempiere alle tre prescrizione del Garante.

TIM: "Rafforzate le garanzie a tutela dei dati personali dei clienti"

Intanto, TIM fa sapere, in risposta al provvedimento del Garante della Privacy, "di aver già avviato specifiche azioni finalizzate a rafforzare i nuovi sistemi di gestione a favore della tutela dei dati personali dei propri clienti. Il piano messo in campo ha permesso di superare progressivamente le anomalie riscontrate in alcuni sistemi informatici non più in uso che, in passato, non hanno consentito di abbinare correttamente i dati personali di alcuni clienti". Inoltro, il colosso della telefonia ha confermato l'impegno a "proseguire nelle attività di monitoraggio al fine di sanare eventuali anomalie residue. L'azienda interverrà anche sui dati storici dei clienti per rispondere alle indicazioni dell'Autorità e rafforzare ulteriormente le garanzie a tutela della clientela nel pieno rispetto della normativa vigente".

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