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La Germania ordina di rimpatriare l’oro custodito all’estero. In arrivo nuova grande crisi globale?

La banca centrale tedesca starebbe organizzando un ritiro di 36 miliardi di dollari in oro entro il 2020. Secondo gli analisti di Wall Street Italia temono il fallimento degli Stati Uniti…
A cura di Davide Falcioni
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Secondo Wall Street Italia, la Bundesbank (banca centrale tedesca) avrebbe diramato una nota in cui si comunica  che la Germania riporterà nei propri "forzini" 36 miliardi di dollari in oro finora depositati tra Stati Uniti e Francia: in particolare 374 tonnellate proverranno da Parigi, e altre 300 da New York. L'operazione dovrà concludersi entro il 2020 e consentirà al Paese di mantenere a Berlino la metà dell'oro di cui dispone in totale.

"Secondo gli esperti – spiega Wall Street Italia – dietro queste manovre di rientro del metallo prezioso c'è una strategia chiara che a qualcuno sfugge, dal momento che la Germania possiede già parecchio oro in casa, le riserve complessive della Banca centrale tedesca che ammontano a 183 miliardi di dollari in oro rappresentano circa il 10% di tutto l'oro mondiale e un simile trasloco ha costi notevoli".

Cosa sta succedendo, dunque? Alcuni economisti riterrebbero plausibile la convinzione della Bundesbank di una crisi di grande proporzione negli Stati Uniti che causerebbe l'implosione dell'euro: in quel caso l'accesso all'oro sarebbe quasi certamente limitato e se la Germania volesse rientrare in possesso del suo metallo prezioso in tempi di crisi conclamata, qualsiasi richiesta di trasferimento sarebbe difficile da concretizzarsi e, come minimo, ci sarebbero ritardi.

"Nel peggiore dei casi – spiega Wsi – tali richieste potrebbero essere negate, a seconda della circostanza del momento. Ecco spiegato dunque perché Berlino ha deciso di non aspettare più tempo. Si sta probabilmente preparando a fronteggiare un evento di grande portata: che forse non è probabile che accada nel breve termine, ma che è sicuramente possibile. L'atteggiamento della Germania conferma e anzi rafforza il fatto che l'oro, alla fine, è sinonimo di moneta. Il lingotto fisico, in definitiva, non è solo una commodity, o un veicolo per fare trading giornaliero, o anche un investimento. E' una protezione, un hedge che protegge contro determinati eventi: e, in casi estremi, diventa qualcosa che può essere utilizzato per pagare beni o servizi, quando tutti gli altri mezzi di pagamento falliscono".

"E visto che ormai si parla di crisi valutaria – proseguono gli analisti di Wall Street Italia – visto che la stessa Bundesbank è consapevole di questo rischio, si decide di rimpatriare, a maggior ragione, le quantità dell'oro. Purtroppo c'è da ricordare un particolare che viene spesso dimenticato: nessuna valuta dura per sempre. E a questo punto una crisi valutaria è inevitabile visto che niente è mutato nei livelli dei debiti dei paesi mondiale, dei deficit, nella stampa di moneta: a parte il fatto che tali fenomeni continuano a crescere".

E ora ci sarebbero rumors secondo cui anche l'Olanda e l'Azerbaijan sono pronti a rimpatriare parte dell'oro dislocato all'estero. Corsa all'oro come corsa agli sportelli?

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