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“Non fu l’Ilva a causare leucemia”. Corte di Strasburgo rigetta ricorso malata

Rigettato il ricorso dei familiari di Giuseppina Smaltini, morta nel 2012, perchè “manifestatamente infondato”
A cura di Biagio Chiariello
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Non furono i fumi nocivi dell’Ilva a causare la leucemia a Giuseppina Smaltini. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha rigettato il ricorso presentato dai legali della donna ammalatasi nel 2006 (e poi morta nel 2012) e che in prima battuta si era rivolta alle autorità giudiziarie italiane che però avevano deciso di archiviare il procedimento. I familiari di Giuseppina erano convinti che ci fosse un nesso causale tra il male che aveva colpito la loro cara e l’inquinamento prodotto dall’acciaieria di Taranto. La donna era morta il 21 dicembre 2012 per una meningite che non poteva essere curata a causa della leucemia contratta dalla donna, secondo lei dovuta alle emissioni rilasciate dall'Ilva. Per due volte il caso era stato portato all'attenzione della procura di Taranto. Ma in entrambi i casi il procedimento era stato archiviato in quanto i magistrati ritennero insufficienti le prove di un collegamento tra esalazioni e malattia.

Dopo la sua morte, il marito e i figli avevano ottenuto dalla Corte di Strasburgo la possibilità di poter continuare l'azione contro l'Italia. Ma anche secondo i giudici europei quel tribunale agì correttamente non dando seguito alla denuncia di Giuseppina. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha concluso che la ricorrente non ha dimostrato che, alla luce dei dati scientifici disponibili al momento dei fatti, la magistratura italiana abbia ignorato l'obbligo di proteggere il suo diritto alla vita. La richiesta è stata quindi respinta in quanto "manifestamente infondata".

Il contro-ricorso della vedova Riva

Recentemente Giovanna Du Lac Capet, vedova del defunto patron del gruppo Ilva Emilio Riva, ha affermato che fu “la Puglia a togliere la vita a mio marito”. È accaduto a margine della presentazione del libro di Du Lac Capet a Milano (Emilio Riva, l’ultimo uomo di acciaio, edito da Mondadori con prefazione di Vittorio Feltri). “Ho scritto questo libro per dare voce a un silenzio di un uomo giusto, innocente e per bene”, sottolineò la vedova Riva. Du Lac Capet ha affermato di riuscire spiegare i motivi per cui i vertici dell’Ilva sono stati accusati di disastro ambientale . “Perché, veramente, lo hanno ammazzato e la storia, in Italia, non gli ha reso alcuna giustizia” ha detto.

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