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Non era Loris Stival il bambino visto da una testimone il giorno del delitto

Una testimone aveva raccontato di aver incontrato un bambino, il giorno in cui il piccolo Loris è stato ucciso, in una piazza di Santa Croce Camerina. Ma ora la polizia ha trovato quel ragazzino che non era, dunque, la vittima.
A cura di Susanna Picone
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Non era il piccolo Andrea Loris Stival quel bambino che una testimone aveva visto il 29 novembre scorso, giorno dell’omicidio di Santa Croce Camerina. Una donna aveva detto di aver incontrato per strada un bambino “con tratti somatici molto simili a quelli della fotografia” della vittima diffusa dai carabinieri. Erano le 8.40 circa del mattino, poco dopo l’orario di ingresso a scuola. La donna aveva detto di aver chiesto al bambino se avesse bisogno di qualcosa e se stesse andando a scuola e in effetti lui le avrebbe risposto che ci stava andando. In ogni caso la donna aveva dichiarato di non essere sicura di poter riconoscere il bambino perché lo aveva visto di sfuggita. Ora la polizia avrebbe trovato quel ragazzino che, dunque, non poteva essere Loris. All'identificazione del bambino presente quel giorno in piazza a Santa Croce Camerina si è giunti grazie a un “passaparola” in paese. Sarebbe stato alla fine un amico del ragazzino a svelare a sua madre, che ha a sua volta informato la testimone, la sua identità. E questa ha a sua volta informato polizia e Procura di Ragusa.

Cade una testimonianza a favore di Veronica Panarello – Da quanto è emerso, era stata la mamma del bambino scambiato per il piccolo Loris a invitare il figlio al silenzio per evitare l’assalto mediatico ma poi davanti alla Procura di Ragusa ha confermato che quel ragazzino era suo figlio. Tutti i movimenti del bambino sono stati verificati e hanno trovato riscontro nella ricostruzione fornita da lui e dalla madre. Il bambino scambiato per Loris ha 10 anni e quel giorno aspettava la mamma in attesa di andare a scuola. La testimonianza della donna era stata citata dalla difesa a sostegno della tesi dell'innocenza di Veronica Panarello, la mamma della vittima accusata dell’omicidio e detenuta nel carcere di Agrigento. Sia il Gip sia il Tribunale del riesame non hanno ritenuto di valore la teste che, appunto, ha sempre sostenuto di non essere in grado di riconoscere il bambino.

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