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Non ci sono più speranze per Sante e Francesco: ritrovati i cadaveri dei due pescatori

La conferma è arrivata dall’Albania. I due corpi senza vita che sono stati rinvenuti lungo la costa albanese apparterrebbero proprio ai due pescatori, Francesco De Biasi, 48 anni, e Sante Lanzillotti, 46 anni, scomparsi il 16 marzo scorso durante una battuta di pesca nel Brindisino.
A cura di Biagio Chiariello
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Non ci sono più speranze per i due pescatori di Carovigno (Brindisi), Sante Lanzillotti e Francesco De Biasi, scomparsi dopo aver lasciato il porticciolo di Torre Santa Sabina, marina del comune brindisino il 14 marzo scorso. I cadaveri dei due uomini sono stati rinvenuti in acque albanesi. L’identificazione è avvenuta ieri a Valona, da parte di un fratello e del figlio di De Biasi, i quali oltre a riconoscere il congiunto, avrebbero anche confermato agli inquirenti albanesi che il secondo corpo è quello di Lanzilotti: un tatuaggio con il nome del figlio, Mirko, avrebbe fugato ogni dubbio. I due corpi, rinvenuti nelle vicinanza della città albanese, saranno riportati in Italia per i successivi accertamenti investigativi. La morte sarebbe avvenuta per annegamento ma sarà l'autopsia, qualora dovesse essere disposta dalla procura di Brindisi, a darne conferma.

Il dramma di Sante Lanzillotti e Francesco De Biasi era cominciato quasi un mese fa, quando i due uomini avevano lasciato il porticciolo di Torre Santa Sabina (Brindisi), per l’ultima volta. Si erano quindi spostati nella località marittima di Carovigno con uno scafo di sei metri. L’ultimo contatto quella stessa sera, quando De Biasi avrebbe telefonato al proprietario della barca: “Aiuto, stiamo affondando”. Le ricerche in mare sono scattate il giorno dopo intorno alle 15, per poi interrompersi dopo due giorni: per la Prefettura, non c’erano stato alcun riscontro. Poi il silenzio per circa tre settimane, quando i familiari dei due pescatori scoprono che sulla costa albanese sono stati rinvenuti due corpi. Giovedì, i familiari di Sante e Francesco vengono convocati per il riconoscimento delle salme. E così arriva anche la fine dell’angoscia legata all’impotenza di non poter sapere dove si trovassero i loro cari.

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