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Non assume disabili fra i ricercatori: l’Università di Torino rischia multa da 4 milioni

Un esposto dei ricercatori e una ispezione della direzione territoriale del lavoro hanno accertato che l’Ateneo non ha conteggiato i ricercatori nell’organico per la determinazione della quota d’obbligo dei disabili. L’interpretazione però riguarda tutte le università italiane.
A cura di Antonio Palma
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Una maxi multa da 4 milioni di euro, è quella che rischia di pagare l'università di Torino e i suoi dirigenti per non aver rispettato la legge sulle quote di lavoratori iscritti alle categorie protette. Come accertato da una ispezione della direzione territoriale del lavoro nella sede dell’Università del capoluogo piemontese, infatti, nell'ateneo ci sono pochissimi disabili assunti fra i ricercatori e quindi di fatto l'ente non raggiunge la quota di legge prevista dallo Stato per  promuovere l’inserimento nel mondo lavorativo delle persone disabili.

Tutto è partito da un esposto presentato da alcuni ricercatori della tessa università che ritengono di dover essere inseriti tra le quote di lavoratori iscritti alle categorie protette, ma se così fosse di fatto l'ateneo si ritrova ad aver violato la legge perché non li ha mai conteggiato nel computo dei lavoratori totali. All'ateneo infatti è stata contestata la violazione dell’articolo 4 del 1999 non avendo computato anche i ricercatori nell'organico per la determinazione della quota d’obbligo.

In realtà l'interpretazione della legge è stata condivisa all'unanimità da tutte le altre università italiane e quindi se fosse accertata la violazione tutti gli atenei si ritroverebbero a dover pagare milioni di euro di sanzioni. Per il momento il caso è ancora in fase di accertamento e per questo all'Università di Torino è stato chiesto di presentare una memoria difensiva da inviare entro fine agosto. Toccherà alla direzione del lavoro poi esprimersi sulla validità delle ragioni dell’Università. Se la memoria difensiva non dovesse essere accolta, l'Ateneo dovrebbe pagare una sanzione retroattiva per l’arco temporale di cinque anni che potrebbe interessare personalmente sia l’attuale rettore Gianmaria Ajani che il suo predecessore Ezio Pelizzetti.

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