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“Non abbiate paura” del 17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia

Il 17 maggio la giornata mondiale contro l’omofobia: non solo un momento di riflessione ma un impegno ad affrontare a viso scoperto ogni paura, ogni pregiudizio.
A cura di Giovanni Molaschi
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La storia di Giovanni Paolo II è tangente a quella degli omosessuali italiani. Nel 2000 il suo papato raggiunge la massima luminosità con il Giubileo. Nello stesso anno a Roma il circolo Mario Mieli organizza il World Pride. Undici anno dopo succede qualcosa di analogo. Il 1° maggio Benedetto XVI proclama Giovanni Paolo II beato. Un mese più tardi inizierà nella capitale l’Europride.

Ratzinger, nominato prefetto della fede dall’ex pontefice, ha dovuto raccogliere un’eredità pesante. Giovanni Paolo II ha provato a contenere lo scandalo dei preti pedofili e limitare la contaminazione del clero con i fedeli omosessuali. L’omofobia di Benedetto XVI è nota. Quella di Giovanni Paolo II ha fatto più danni. Durante il suo papato ben quattro esponenti religiosi vicini alla comunità omosessuali sono stati ridotti allo stato laicale.

Prima di compromettere la propria credibilità Wojtyla ha lanciato uno dei messaggi più belli del secolo scorso. Il 22 ottobre 1978 si è presentato ai fedeli dicendo: “Non abbiate paura”. Su questo messaggio si dovrebbe riflettere il 17 maggio, nella giornata internazionale contro l’omofobia. Nel corso degli anni questo importante anniversario è stato tradito da chi avrebbe dovuto rinvigorirlo. Il 17 maggio 1990 l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha sancito che l’omosessualità non è una malattia. Il provvedimento avrebbe dovuto dare inizio a tutta una serie di riflessioni per incoraggiare i giovani omosessuali a non avere paura del proprio orientamento sessuale. Questa costruzione non è stata fatta e oggi il dibattito del 17 maggio è incentrato sulle storie di cronaca. Su tutte le volte in cui un cittadino etero o gay ha avuto paura di una persona omosessuale.

Cambiare si può e si deve. Il 17 maggio dovrebbe essere l’occasione per ricordare a tutti che l’unico modo per affrontare una paura, propria o altrui, è affrontarla a viso scoperto. Il futuro non è Giorgio Napolitano e il suo discorso fuori tempo sulla necessità di approvare in Italia una legge contro l’omofobia. Il futuro di tutti noi è nello sguardo innamorato di Valerio e Marco, due ventenni innamorati che rispondono con un bacio a tutti quelli che li chiamano froci.

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