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No Tav perquisiti: scatta per la prima volta l’accusa di terrorismo

I fatti contestati agli attivisti farebbero riferimento alle manifestazioni nell’area del cantiere di Chiomonte dello scorso 10 luglio, quando i poliziotti erano stati presi d’assalto con pietre e bombe carta lanciate ad altezza uomo. Le perquisizioni a Torino e in Val di Susa.
A cura di Biagio Chiariello
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A Torino e in Val di Susa sono state perquisite le abitazioni di una decina di attivisti del movimento No Tav. A quanto si apprende, le persone potrebbero legate all'attacco al cantiere di Chiomonte del 10 luglio. Per la prima volta nei loro confronti viene contestata l’accusa di attentato per finalità terroristiche o di eversione. In quell'occasione  il cantiere della futura linea ad alta velocità Torino-Lione era stato preso d'assalto da una trentina di incappucciati che avevano lanciato pietre, petardi e bombe carta, anche ad altezza d'uomo, contro le forze dell'ordine. Un aggressione "stile paramilitare", "particolarmente violenta", l'aveva definito la procura. Durante il sopralluogo successivo agli scontri eseguito per la messa in sicurezza dell'area erano stati rinvenuti diversi artifizi pirotecnici inesplosi e petardi. Sui loro siti gli attivisti dichiarano di aver subito il sequestro di pc e telefoni cellulari.

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