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No Tav, la Cassazione: “Riformulare l’accusa verso 4 attivisti arrestati per terrorismo”

La Cassazione ha chiesto alla Procura di Torino di riformulare l’accusa nei confronti di 4 attivisti arrestati con l’accusa di terrorismo.
A cura di D. F.
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Terrorismo in Val di Susa? No, nel modo più assoluto. A dirlo è la Cassazione, che ieri sera ha chiesto alla Procura di Torino di riformulare l'accusa nei confronti di quattro attivisti No Tav: Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi, si trovano infatti da cinque mesi dietro le sbarre per aver lanciato – il 13 e 14 maggio 2013 – bombe molotov all'interno del cantiere di Chiomonte. L'"attacco", che provocò solo il danneggiamento di un generatore di corrente, valse ai quattro militanti politici l'accusa di terrorismo.

Claudio Novaro, uno degli avvocati del movimento No Tav, ha definito la decisione della Cassazione "una piccola vittoria sul piano giuridico: uno spiraglio importante in vista del processo che si aprirà il 22 maggio di fronte alla corte d’Assise di Torino". Il legale, che collabora con i colleghi Eugenio Losco, Giuseppe Pelazza, ha quindi affermato: "Per ottenere la loro scarcerazione bisognerà attendere ancora un po’: la questione è complessa e dobbiamo prima esaminare le motivazioni. Intanto ci godiamo il risultato. Era importante sottolineare che è stato commesso un errore nell’applicare la legge. Finalmente qualcuno ci dà ragione".

Secondo l'accusa la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 i quattro avrebbero commesso un'attività terroristica, lanciando almeno una decina di bombe molotov che incendiarono un generatore di corrente. Il fumo, poi, si sarebbe propagato nel tunnel, dove stavano lavorando degli operai. L'attacco non è mai stato negato dai legali dei No Tav, che anzi hanno rivendicato il tentativo di sabotare i lavori da parte dei quattro attivisti. Novaro e i colleghi, tuttavia, hanno sempre negato le finalità terroristiche e la volontà di mettere in pericolo la vita dei lavoratori e delle forze dell'ordine.

La decisione della Cassazione è arrivata a poche ore di distanza da un'altra notizia positiva per i No Tav, con la scoperta che un ex carabiniere, ora autista del pm della Procura di Torino Antonio Rinaudo, ha inventato di aver subito un'aggressione da parte di alcuni attivisti No Tav al fine – probabilmente – di screditare il movimento e ottenere anche un risarcimento danni. Gli inquirenti, tuttavia, hanno ben presto scoperto la verità: l0aggressione non c'è mai stata.

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