189 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

No al finanziamento per la casa a una coppia gay: “È discriminazione”

Due uomini che convivono da anni e che per il Comune di Pordenone sono una “famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo” fanno richiesta per un contributo regionale per l’acquisto della prima casa. Richiesta respinta perché il loro vincolo, dalla Regione, non viene riconosciuto.
A cura di Susanna Picone
189 CONDIVISIONI
Due uomini che convivono da anni e che per il Comune di Pordenone sono una “famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo” fanno richiesta alla Regione per un contributo per l’acquisto della prima casa. Richiesta respinta perché il loro vincolo, da loro, non viene riconosciuto.

Il quotidiano La Repubblica racconta la storia di Marco e Giovanni, due uomini di 35 anni che stanno insieme e che da sette anni convivono nella stessa casa. Una coppia omosessuale che per il Comune di Pordenone – è lì che vivono – sono una “famiglia anagrafica basata su un vincolo affettivo”. Un vincolo che però, ed è qui che arriva la denuncia di discriminazione, non viene riconosciuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia. La storia della coppia gay, infatti, è quella di due giovani ai quali la Regione ha respinto la richiesta del contributo della prima casa perché – scrive Repubblica – “non rispondono ai requisiti di conviventi more uxorio”. Cioè, appunto, perché sono una coppia formata da due persone dello stesso sesso e non marito e moglie. La Regione, insomma, nonostante il riconoscimento del Comune di Pordenone, indica come elemento per la bocciatura della pratica l’articolo 8 del regolamento per l’erogazione del contributo in cui viene spiegato chi può farne richiesta: persone maggiorenni in forma singola oppure associate qualora si tratti di coniugi o di conviventi more uxorio, ovvero di coppia intenzionata a contrarre matrimonio o a convivere more uxorio.

Per il Comune sono una famiglia, per la Regione no – Nella missiva giunta ai due ragazzi si sottolinea che la coppia non risponderebbe proprio al requisito di “conviventi more uxorio”, per questo non gli danno i soldi per la casa. Se Marco e Giovanni avessero, insomma, fatto quella richiesta singolarmente “spacchettando la coppia” avrebbero probabilmente ottenuto il contributo. Ed è proprio questo che li convince di essere vittime di discriminazione e li spinge a rivolgersi a un avvocato. La loro pratica passa per la scrivania di Giacomo Derepu, presidente di Arcigay Friuli e poi viene affidata a Francesco Furlan, presidente della commissione Pari Opportunità. Il legale presenta il documento dell’anagrafe che attesta la registrazione della coppia gay appunto come “famiglia basata su vincolo affettivo”, ma la Regione rifiuta di nuovo. Tutto questo però non ferma Marco e Giovanni che, convinti a comprare casa insieme come qualsiasi altra coppia, sono ora in attesa del ricorso che hanno deciso di presentare al Tar.

189 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views