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Nizza, una poliziotta: “Il governo mi ha chiesto di mentire sui filmati”

Sandra Bertin, responsabile del centro di supervisione urbana della città, punta il dito contro Parigi per averle intimato di cancellare i filmati della strage e nascondere le falle del sistema di sicurezza nazionale. Ma il ministero degli Interni non ci sta: “La quereleremo per diffamazione”.
A cura di Ida Artiaco
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"Ho subito pressioni per cancellare i filmati sulla Promenade des Anglais". Una nuova pesante accusa pende sul governo francese dopo i tragici fatti di Nizza. A puntare il dito è questa volta Sandra Bertin, agente della polizia municipale e responsabile del centro di supervisione urbana della città in cui il 14 luglio scorso hanno perso la vita 89 persone, e altre centinaia sono rimaste ferite, nell'attentato rivendicato dall'Isis messo in atto da Mohamed Lahouaiej Bouhlel, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Il motivo? Nascondere l'assenza della polizia nazionale sul luogo dell'attacco, ripreso dalle 1300 telecamere sparse per il centro cittadino.

In una intervista rilasciata al quotidiano locale Journal du dimanche, la Bertin ha denunciato di aver "subito insistenze per un'ora. Mi è stato poi ordinato di indicare le posizioni specifiche della polizia nazionale, che io negli schermi non ho visto". Una testimonianza, questa, che metterebbe in evidenza tutte le falle del sistema di sicurezza francese. Pur di coprirle, continua la donna, i responsabili dell'antiterrorismo le avrebbero intimato di cancellare i filmati delle registrazioni a circuito chiuso. "Il giorno dopo gli attacchi – sottoliena Bertin – mi è stata chiesta una relazione in cui fossero indicati i punti in cui erano presenti gli agenti della polizia municipale, le barriere a protezione della Promenade e la polizia nazionale. Ho risposto che avrei scritto quello che avevo visto nelle immagini. Forse la polizia nazionale era lì, ma nei video non risultava. A quel punto mi è stata chiesta una versione modificata del mio rapporto. Mi è stato intimato di scrivere della presenza di agenti della polizia nazionale, ma nei video non ce n'era traccia".

Qualche giorno dopo sarebbe arrivata una nuova richiesta di cancellazione delle immagini per "evitarne la diffusione incontrollata", anche questa, però, caduta nel vuoto. Parigi, però, non ci sta e fa sapere, tramite il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve, di voler querelare Sandra Bertin per diffamazione in seguito alle gravi accuse espresse contro il governo. "Sarebbe molto utile che la Bertin fosse ascoltata dagli inquirenti e potesse fornire loro le identità e le mansioni delle persone che chiama in causa, le email di cui parla e il loro contenuto", ha affermato Cazeneuve in una nota. La vicenda, tuttavia, è lungi dall'essere risolta: la querelle sulle responsabilità della polizia francese nell'attentato di Nizza tiene banco da giorni. Persino il quotidiano Liberation aveva denunciato la presenza di una sola volante della municipale e non delle forze dell'ordine nazionali a bloccare l'accesso sulla Promenade des Anglais la notte della strage.

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