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New York, sospeso il poliziotto che ha picchiato il 16enne nero durante arresto

Nella clip, realizzata da una passante, si vedeva un agente borghese aggredire in pieno giorno un adolescente nero. Poche settimane le durissime proteste dopo il caso del 18enne Michael Brown a Ferguson (Missouri).
A cura di Biagio Chiariello
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Il poliziotto di New York City che ha picchiato un giovane afroamericano di 16 anni durante un arresto, è stato sospeso. Lo ha fatto sapere lo stesso dipartimento che ha comunque preferito evitare di comunicare il nome dell'agente coinvolto. Il fatto era avvenuto lunedì scorso e ripreso dalle immagini di un filmato nel quale si vedono alcuni poliziotti che cercano di ammanettare un ragazzo. All'improvviso si fa strada tra di loro un agente in borghese che, ignorando i suoi colleghi, aggredisce il ragazzo e inizia a percuoterlo ripetutamente, dandogli anche due pugni, nonostante l'autrice del video gli urli di smettere. "Non riesco a credere a ciò che ha appena fatto – commenta nel video una donna che si identifica come un avvocato – dopo tutto ciò che sta succedendo. Perché trattate le persone in questo modo? Andate a fare la guerra, questa non è la guerra, è solo un ragazzino". La polizia di New York ha fatto sapere che il 16enne percosso è stato arrestato insieme ad altri due ragazzi. L'accusa è di aver aggredito un'altra persona con un bastone. Non si quando sia avvenuto esattamente l'incidente. E' stata comunque avviata un'indagine interna.

 Altre proteste dopo i casi di Ferguson e NYC?

L'episodio rischia di inasprire le proteste contro i metodi brutali della polizia, anche dopo i casi di Ferguson e New York, dove due afroamericani sono state uccisi da agenti, poi non incriminati. In particolare dopo le vicende del Missouri, l’America nera è scesa in piazza per sfogare la propria rabbia contro una decisione giudicata incomprensibile. Il Gran giurì aveva deciso che nel caso dell’agente Darren Williams, che il 9 agosto scorso sparò e uccise il diciottenne nero Mike Brown , non c’erano prove sufficienti per il rinvio a giudizio. L’agente si è poi dimesso dalla polizia di Ferguson. “Mi sarebbe piaciuto restare nella polizia ma mi è stato detto che continuare metterebbe a rischio l'incolumità degli abitanti e dei colleghi e non lo posso permettere", ha scritto in una lettera-comunicato.

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