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New York, l’isola-carcere degli orrori. Obama fa causa

Minori seviziati, detenuti abbandonati a sé stessi, carcerieri-spacciatori. E’ solo parte di ciò che avviene nel penitenziario conosciuto come “la tomba”. Inevitabile l’intervento del dipartimento di Giustizia USA.
A cura di Biagio Chiariello
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Il governo degli Stati Uniti contro la città di New York per quella che i media hanno già ribattezzato come la “prigione degli orrori” di Rikers Island. Si tratta di un complesso di una decina padiglioni in cui sono recluse circa 17mila persone, dove si compiono violenze di ogni genere, specie contro i detenuti minorenni. E' quanto emerso da un’indagine del dipartimento di Giustizia americano che ha così deciso di fare causa alla Grande Mela, per spingere l’amministrazione cittadina a fare le riforme necessarie a ristabilire gli equilibri in uno dei penitenziari più grandi del Paese. Non è certo un caso se Rikers Island è conosciuto anche come la “tomba”. La notizia dell'azione legale giunge a 24 ore di distanza dalla visita al carcere del sindaco di New York, Bill de Blasio, e anche del suo annuncio della fine del regime di isolamento per i detenuti di 16 e 17 anni. Ma per il dipartimento di Giustizia questa misura da sola non può certo bastare, dato che le richieste fatte dai procuratori federali per fermare le violenze sono tante. Secondo il ministro della giustizia, Eric Holder, nonostante quattro mesi di negoziazione con l’amministrazione, ancora non si è raggiunto un’intesa che possa portare all'avvio di serie riforme. City Hall, sede del comune newyorkese, non si è opposta all’intervento del governo federale e il portavoce del sindaco, Martin Adams, ha affermato che “l’amministrazione ha iniziato a smantellare un regime che negli anni ha portato a livelli inaccettabili di violenza a Rikers Island”.

E’ il Corriere della Sera ad enunciare i numeri del rapporto del governo federale, che, uscito ad agosto, si riferisce al periodo tra il 2011 e il 2013.

In 79 pagine, New York Times, vengono raccontate nei dettagli tutte le sevizie subite dai giovani detenuti. Solo nel 2013 sono stati riscontrati 565 episodi di violenza ai danni di prigionieri minorenni che hanno riportato un totale di 1.057 ferite (nel 2012 gli episodi di violenza erano stati 517, le ferite 1.059). E ancora: il 43,7% della popolazione carceraria minorile, dal 30 ottobre 2012, ha subito almeno una volta l’uso della forza da parte dello staff. Anche gli episodi violenti tra detenuti sono diffusi a Rikers Island: nel 2013 sono stati registrati 845 scontri. Un altro dato preoccupante riguarda i traumi alla testa: in un anno, dal giugno 2012 al luglio 2013, sono stati 239 gli adolescenti a riportare questo tipo di lesione (il doppio rispetto ai detenuti adulti). E anche i casi di fratture sono comuni. Altro dato importante: la frequenza con cui le guardie colpiscono i prigionieri in faccia e in testa, anche per futili motivi.

Sono numerose le guardie carcerarie condannate a Rikers:

L’ultimo è Terrence Pendergrass, 50 anni, condannato il 18 dicembre 2014 per la morte del detenuto Jason Echevarria, che soffriva di disturbo bipolare. Nell’agosto di due anni fa Echevarria, confinato in una cella per detenuti malati di mente dato che aveva già tentato il suicidio, ingoiò del detersivo tossico. La guardia ignorò le segnalazioni di due ufficiali e di un tecnico della farmacia preoccupati per le condizioni di salute deldetenuto. Echevarria venne abbandonato a se stesso per ore e, il giorno dopo, fu trovato morto.
Nove giorni fa, invece, a finire in carcere è stata una collega di Pendergrass,Carol Lackner. La donna, 34 anni, è stata condannata per una serie di reati legati alla terribile morte di un altro detenuto: Jerome Murdough, 56enne senzatetto e con disturbi mentali, morto “arrostito” lo scorso febbraio nella sua cella. Per un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento la temperatura era arrivata a toccare i 101 gradi centigradi. Ma la guardia carceraria – contrariamente a quanto dicevano i registri da lei falsificati – non era andata a controllare il detenuto ogni mezz’ora: quel giorno ha lasciato il suo posto venti minuti prima che Murdough fosse ritrovato in una pozza di sangue e vomito dentro la cella trasformatasi in forno.
All’inizio di dicembre è toccato anche alla guardia Austin Romain andare davanti ai giudici: ha accettato migliaia di dollari in contanti per portare ai prigionieri marijuana e altre merci. Anche l’ex secondino Khalif Phillips si è arricchito contrabbandando droga all’interno del carcere e a novembre è stato condannato a tre anni.

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