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Nettuno censurato. Facebook si scusa per aver rimosso la foto del simbolo di Bologna

L’immagine del dio del mare era stata rimossa perché ritenuta troppo esplicita. Dopo la denuncia della scrittrice Elisa Barbari, Facebook chiede scusa per l’errore e approva.
A cura di Redazione Cultura
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La scultura di Nettuno a Bologna
La scultura di Nettuno a Bologna

Il dio del mare censurato per errore. È successo al famoso "Nettuno", il "Żigànt", come lo chiamano i bolognesi, su Facebook, che ha prontamente rettificato l'errore e si è scusato con l'utente, la scrittrice Elisa Barbari, che aveva pubblicato l'immagine poi rimossa perché il Nettuno sarebbe stato "troppo nudo". Questa la dichiarazione con cui un portavoce di Facebook si è scusata dell'errore:

Il nostro team esamina ogni settimana milioni di immagini pubblicitarie, e in alcuni casi blocchiamo per errore delle ads. Quest’immagine non viola le nostre policy per le inserzioni e ci scusiamo per l'errore. Abbiamo inoltre comunicato all’utente che la sua inserzione è stata approvata.

Dunque, la querelle è chiusa. Nettuno, uno dei simboli del capoluogo bolognese, può tornare ad essere condiviso e apprezzato da tutti gli utenti della rete, oltre che da quelli in carne e ossa. Il caso era scoppiato dopo la denuncia, sullo stesso social network, da parte della scrittrice Elisa Barbari, la quale in un post aveva dichiarato:

Volevo sponsorizzare la mia pagina inaugurando la prima polemica bolognese del 2017, ma a quanto pare per Facebook la foto del nostro Gigante è un contenuto esplicitamente sessuale che mostra eccessivamente il corpo o si concentra su parti del corpo senza che sia necessario. Il Nettuno? Robe da matti.

Così era iniziata la polemica, poi messa a tacere dall'intervento del team ads del più importante sociale network al mondo. Non ci sarà, quindi, bisogno di vestire un po' e coprire le nudità del dio del mare per poterne veicolare l'immagine. La fontana del Nettuno, soprannominata al Żigànt dai bolognesi per via delle dimensioni, si trova a Bologna in piazza del Nettuno. Frutto della collaborazione tra Zanobio Portigiani, Tommaso Laureti e Giambologna, l'opera fu voluta dal vicelegato Pier Donato Cesi per glorificare il governo pontificio del papa Pio IV e fu terminata nel 1566.

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