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Neri discriminati negli USA, Obama ammette: “Polizia violenta senza motivo”

Il presidente degli Stati Uniti ha ammesso: “Non c’è dubbio che le minoranze sono trattate diversamente: afroamericani, asiatici, latinos. Questo non è giusto”.
A cura di Davide Falcioni
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Alla fine anche il Presidente Obama è stato "costretto" ad ammetterlo. Parlando delle violenze di Baltimora l'inquilino della Casa Bianca ha detto: "Ci sono giovani fermati dalla polizia e fatti fuori senza motivo”. Obama, riflettendo davanti agli studenti del Lehman college nel Bronx sull'uso eccessivo della violenza da parte della polizia, ha aggiunto: “Non c’è dubbio che le minoranze sono trattate diversamente: afroamericani, asiatici, latinos. Questo non è giusto. Dopo la mia presidenza – ha promesso – continuerò a lottare per la questione razziale e contro le diseguaglianze sociali, a partire dalle disparità di reddito".

Il presidente degli Stati Uniti ha ammesso che nel suo paese persiste il problema del razzismo: "Da Baltimora a Ferguson a New York ci sono comunità in cui i giovani non hanno abbastanza lavoro, non hanno opportunità. Le loro famiglie sono le più colpite dalla crisi. E molti si ritrovano in prigione per reati minori legati all’uso di stupefacenti o per episodi non violenti. Giovani che avrebbero bisogno non del carcere, ma di più scuole di un’istruzione di migliore qualità, e di maggiori servizi. E’ una nostra responsabilità che tutti i giovani siano sicuri, istruiti e preparati ad affrontare il futuro. Non serve solo celebrare principi come la giustizia è uguale per tutti o diritti per tutti. Siamo il paese più ricco della Terra, e abbiamo il dovere di combattere le diseguaglianze e di alleviare la condizione dei più disagiati”.

Obama ha parlato davanti a una platea di studenti in larga maggioranza latini o afroamericani ribadendo concetti già espressi lo scorso 29 aprile, quando commentando la morte di Freddie Gray – 25enne nero arrestato dalla polizia il 12 aprile e morto una settimana dopo per una ferita alla colonna vertebrale – aveva detto: "Non è un caso isolato. Troppe morti sono ormai legate all’azione della polizia. Sfortunatamente troppo spesso oramai vediamo queste morti collegate alla polizia. E ovviamente si comincia a riconoscere che non si tratta di incidenti isolati, a Ferguson come a New York, ma di una questione più generale”.

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