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Neonato morto a Settimo Torinese, autopsia conferma che sarebbe stato lanciato dal balcone

Le ferite riportate dal piccolo abbandonato dalla madre e poi morto sono compatibili con una caduta dall’alto. Lo ha detto il procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando.
A cura di Susanna Picone
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Potrebbe essere stato realmente lanciato dall’alto il bambino abbandonato da sua madre poco dopo essere nato e ritrovato da un netturbino la mattina di martedì in strada a Settimo Torinese. Il piccolo, che in ospedale hanno chiamato Giovanni, è morto poco dopo il ritrovamento. E quella che finora sembrava solo una (agghiacciante) ipotesi investigativa ora sembra trovare conferme dagli esiti dell’autopsia. “Le ferite riportate dal bambino sono compatibili con la caduta dall’alto”, ha detto il procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando, parlando proprio dell’autopsia eseguita dalla dottoressa Mazzucco sul neonato. I primi responsi confermerebbero insomma l'ipotesi  secondo cui la madre, una donna di trentaquattro anni che dopo una notte di interrogatorio ha ammesso le sue responsabilità, avrebbe lanciato dal balcone il neonato appena partorito in casa. La donna, Valentina Ventura, intanto è stata dimessa dall'ospedale e ora è in carcere per la convalida dell'arresto. Dopo che il suo nome è stato reso pubblico, la trentaquattrenne è stata ricoperta di insulti e anche di minacce di morte sul suo profilo Facebook.

La mamma: "Non ricordo di averlo lanciato" – Nel corso della conferenza stampa di ieri il procuratore di Ivrea ha detto che la donna pensava di poter tornare a casa dopo l’interrogatorio. “La cosa che più ci ha colpito, nel corso delle indagini è stata l'apparente tranquillità della donna, che dopo aver partorito ha accompagnato a scuola la prima figlia”, ha spiegato Ferrando. La trentaquattrenne ai carabinieri avrebbe detto che non sapeva di essere incinta: “Sono andata in bagno e ho partorito. Poi non mi ricordo più nulla”, avrebbe spiegato affermando di non ricordare nemmeno di essersi sbarazzata del neonato. “Quando il piccolo è stato trovato in strada – ha riferito sempre il procuratore di Ivrea – si è affacciata al balcone anche lei, col marito, guardando quello che stava accadendo”. Al vaglio degli inquirenti  ci sarebbe anche una malattia genetica ereditaria di cui soffrono il padre e la figlia per capire se tra i possibili moventi dell’orribile gesto ci sia la paura della donna che anche il bimbo appena nato fosse malato.

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