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Neonata morta in spiaggia a Monopoli, la madre non risponde al giudice

Controlli nelle farmacie dell’hinterland barese per scoprire chi aveva comprato antiemorragici nelle ore in cui è stata trovata morta su una spiaggia la piccola Chiaraluna. Arrestata Lidia Rubino, estetista e pr 23enne di Castellana Grotte. La giovane stamattina è stata interrogata, ma non ha risposto alle domande degli inquirenti.
A cura di Susanna Picone
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È stata fermata per omicidio volontario Lidia Rubino, una ragazza di 23 anni di Castellana Grotte ritenuta la madre di Chiaraluna, la bambina nata in una caletta a Monopoli, sul litorale a sud di Bari, e morta di freddo poco dopo. La donna, professione estetista e pr, è stata trovata dagli agenti del commissariato di Monopoli e ora è in carcere a Trani. Secondo quanto ricostruisce oggi il quotidiano Repubblica, a lei gli agenti sono arrivati dopo un controllo a tappeto delle farmacie di tutti i comuni dell'hinterland barese. Gli agenti si sono fatti consegnare la lista di quanti avevano comprato antiemorragici nelle ore in cui è stata trovata morta la neonata, hanno interrogato studi medici e consultori, hanno fatto sopralluoghi in ospedali e guardie mediche. Poi sarebbe arrivata anche una telefonata anonima che avrebbe aiutati gli agenti ad arrivare alla ventitreenne. Gli investigatori a quel punto hanno approfondito le indagini sulla presunta mamma di Chiaraluna e hanno scoperto che nei giorni successivi alla nascita della bambina aveva avuto la febbre e aveva acquistato medicinali antiemorragici. Inoltre, ricostruisce sempre il quotidiano, hanno saputo che negli ultimi mesi la sua attività di pr in discoteca si era ridotta molto. La donna è stata quindi fermata in casa sua, mentre era in procinto di partire per l'estero.

La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere – Stamattina Lidia Rubino si è avvalsa della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di convalida del fermo eseguito nei suoi confronti due giorni fa per un presunto pericolo di fuga in Albania, dove gli inquirenti baresi ritengono che stesse fuggendo. La ragazza, assistita dall'avvocato Nicola Miccolis, inizialmente ha ammesso di aver partorito la bambina e di averla poi abbandonata perché non “sapeva come fare”. Per accertare, senza ombra di dubbio, la maternità nei prossimi giorni sarà eseguito sui resti della piccola l'esame del dna. Le indagini intanto proseguono per accertare chi l’abbia aiutata durante le fasi del parto e nel successivo occultamento del cadavere. La bambina, nata perfettamente sana, è stata ritrovata il 16 febbraio sulla battigia di Cala Monaci da alcuni turisti tedeschi. Il corpo, nudo, era riverso a faccia in giù sulla sabbia e aveva ancora il cordone ombelicale attaccato.

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