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Nel 2015 arriva la nuova sigaretta elettronica: conterrà tabacco e si potrà fumare ovunque

La nuova E-cig potrà essere fumata liberamente anche nei luoghi pubblici. Verrà costruita da Philip Morris a Bologna.
A cura di Davide Falcioni
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Gli amanti della sigaretta elettronica dovranno attendere il 2015, ma già si conoscono alcuni dettagli della e-cig di ultima generazione: si sa, ad esempio, che pur contenendo tabacco potrà essere fumata anche in bar e ristoranti, così come in tutti gli altri luoghi pubblici: ciò sarebbe possibile grazie all'ultima bozza del decreto legislativo sulla tassazione dei tabacchi sul tavolo del ministero dell’Economia, che potrebbe essere discusso dal prossimo Consiglio dei ministri. Secondo l’articolo 1 la sigaretta elettrica di nuova generazione deve essere considerata non come un "prodotto da fumo" ma come un "prodotto da inalazione". Una novità destinata a fare discutere perché, di fatto, avvantaggia di molto la nuova e-cig nei confronti dei concorrenti, si tratti di produttori di "vecchie" sigarette elettroniche o di quelle tradizionali.

E-cig di nuova generazione: beneficeranno di vantaggi importanti

Le nuove sigarette elettroniche beneficerebbero di una "corsia preferenziale" sia per quanto riguarda l'uso che per quanto riguarda la pubblicità. Pur contenendo tabacco, infatti, si tratterebbe di prodotti a "potenziale rischio zero", perché il tabacco non verrebbe bruciato ma semplicemente riscaldato e, senza carta, non ci sarebbe neppure la combustione. C'è, comunque, chi protesta, come Riccardo Pelosa, professore ordinario di medicina interna e direttore del centro di prevenzione e cura del tabagismo all’università di Catania: "I prodotti da fumo diventano da inalazione? Tutto questo è ridicolo. Al pari del fumo presente nella combustione va ricordato che anche in seguito a fenomeni chimici non combustibili si liberano fumi".

Nuove sigarette elettroniche: prodotte a Bologna da Philip Morris

Ma chi produrrà la nuova sigaretta elettronica? Sarà Philip Morris International e lo farà non nello stabilimento tedesco, bensì in quello italiano di Bologna, dove si prevede di dare lavoro a 600 persone con un investimento da 500 milioni di euro. C'è chi sobilla che la decisione di venire in Italia abbia influito sulla scelta di lasciare la nuova e-cig libera da molti paletti. E c'è chi, come Massimiliano Mancini, presidente di Confindustria Anafe, l’associazione dei produttori delle sigarette elettroniche adesso in commercio, protesta contro la "novità" messa in campo dal colosso Philip Morris che, se verranno confermate le regole, rischia di mettere in crisi un comparto che dà 4mila posti di lavoro.

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