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Nel 2014 sono stati uccisi 66 giornalisti, in aumento i sequestri

Rispetto al 2013 sono stati uccisi meno giornalisti ma i sequestri sono nettamente aumentati a 199 casi mentre 40 reporter sono ancora ostaggi in varie zone del mondo. È quanto emerge dal bilancio annuale di Reporters sans frontières (RSF).
A cura di Susanna Picone
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James Foley in Siria, ad Aleppo
James Foley in Siria, ad Aleppo

Nel 2014 sono stati uccisi sessantasei giornalisti nel mondo. A dirlo è Reporters sans frontières (RSF) nel suo bilancio annuale pubblicato oggi. Rispetto al 2013 sono stati uccisi meno giornalisti ma i sequestri sono nettamente aumentati a 199 casi, mentre 40 reporter sono ancora nelle mani dei rapitori in varie zone del mondo. Nel 2013, sempre secondo il rapporto di Reporters sans frontières, erano stati uccisi settantuno giornalisti mentre 87 risultavano rapiti. Nel rapporto annuo di Reporter senza frontiere l'organizzazione ha sottolineato la crescente barbarie usata contro i cronisti, esemplificata dalle decapitazioni di James Foley e Steven Sotloff da parte dei jihadisti dello Stato islamico (Isis). Facendo chiaro riferimento ai video mostrati dall’Isis delle decapitazioni di Foley e Sotloff nel rapporto annuale di RSF si legge che “raramente l’uccisione dei giornalisti è stata compiuta con un tale barbaro uso propagandistico, scioccando il mondo intero”. I due giornalisti Foley e Sotloff sono stati uccisi nei mesi scorsi in Siria, che si conferma anche nel 2014 il Paese più pericoloso per i giornalisti, con 15 morti, seguito dai Territori palestinesi, in particolare Gaza (sette morti), dall'Est dell'Ucraina (sei morti) e da e Libia (quattro morti). Negli ultimi dieci anni i giornalisti uccisi mentre esercitavano la loro professione sono stati 720.

I giornalisti uccisi, sequestrati e imprigionati nel mondo

Per quanto riguarda invece i sequestri, in aumento del 37% rispetto all’anno scorso, sono stati particolarmente numerosi in Ucraina, dove si registrano 33 casi, in Libia, con 29 casi, in Siria, con 27 casi, e in Iraq, con 20 casi. Immutato il numero dei giornalisti imprigionati – sono 178 – con la Cina che rappresenta il primo Paese al mondo per numero di cronisti dietro le sbarre (33). Dopo la Cina RFS segnala l’Eritrea, con 28 giornalisti imprigionati, e l’Iran, che invece ha 19 giornalisti rinchiusi.

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