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Negata la comunione a un bambino disabile

Il parroco avrebbe preferito non concedere il sacramento al bambino, in quanto considerato ‘incapace di intendere e di volere’.
A cura di Daniela Caruso
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Eucarestia

Ad un bambino portatore di un ritardo mentale, sarebbe stata negata la prima comunione dal parroco di Porto Garibaldi, Piergiorgio Zaghi. Il prete avrebbe deciso di non concedere la prima comunione al bambino, poiché, secondo il suo punto di vista è "incapace di intere e volere". La vicenda si sarebbe, dunque, svolta a Ferrara, giovedì scorso, durante la messa del triduo pasquale. Il piccolo frequenta la quarta elementare ed è un bambino disabile.

Scoppiano le polemiche, infuriati genitori e amici di scuola: il parroco ha difeso la sua posizione, mediante una serie di ragioni esposte durante l'omelia svolta il giorno dopo l'accaduto. Don Piergiorgio ha spiegato che avrebbe voluto che il bambino avesse capito l'importanza del sacramento che si apprestava a ricevere o quantomeno ne avesse intuito la portata. Le sue condizioni mentali, però, gli impediscono di entrare nel merito della questione e, pertanto, nonostante la dottrina non preveda l'esclusione dall'eucarestia alle persone incapaci di intendere e di volere, il prete ha preferito negarla.

I compagni di scuola hanno scritto lettere al sacerdote: il quotidiano online, "La nuova Ferrara" ha ripreso la vicenda del bambino disabile e ha fatto notare che i suoi amici di classe hanno scritto diverse lettere rivolte al parroco. Da una di esse si legge quanto segue: "Carissimo don Piergiorgio sono un bambino di quarta elementare. Quest'anno ci siamo preparati per ricevere la prima comunione e ho saputo che un nostro compagno non può farla. Mi sono chiesto cosa ha fatto di male, perché non può farla? E' cattivo? Si comporta male? Per me non è cattivo, è bravo e tranquillo". Il ragazzino che ha scritto queste parole, forse aiutato anche da un adulto, ha chiesto a Don Piergiorgio di concedere il sacramento della comunione al bambino disabile, facendo riferimento a quanto operato da Cristo: "Pensiamo che Gesù l'avrebbe guarito come ha fatto con Lazzaro o con i lebbrosi".

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