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‘Ndrangheta, nessuno vuole demolire la casa del boss. Accetta solo imprenditore sotto scorta

Rosarno (Reggio Calabria). Stamattina è stato abbattuto il covo dove i boss della cosca Pesce si riunivano per pianificare le loro attività criminale. Nessuno aveva mai osato partecipare alle gare per la sua demolizione. Ad accettare è stato solo Gaetano Saffioti, testimone di giustizia, sotto protezione da 17 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Alla fine, ad accettare quel lavoro ‘scomodo’ per tanti, è stato un testimone di giustizia che da 17 anni vive sotto scorta e che, nonostante tutto, ha deciso di restare in Calabria. Nessuna impresa locale aveva voluto abbattere una casa abusiva a Rosarno realizzata su un’area archeologica, nonostante gli atti fossero stati istruiti già dai primi anni del 2000. Quella, infatti, era la villa della cosca Pesce usata per le riunioni tra i componenti del clan. In pieno centro nel comune in provincia di Reggio Calabria, era stata sgomberata solo nel giugno 2011. Fino ad allora ci abitava Giuseppa Bonarrigo, madre dei fratelli Pesce, padroni indiscussi dell’area. Negli anni si sono susseguiti una serie di bandi pubblici andati regolarmente deserti.

 Gaetano Saffioti, imprenditore da 17 anni sotto scorta

Ma alla fine, a quanto riferisce il ‘Quotidiano del Sud', quel lavoro simbolo di legalità lo ha fatto Gaetano Saffioti, l'imprenditore che ha fatto arrestare con le sue denunce decine di ‘ndranghetisti della Piana di Gioia Tauro e che per questo è costretto a passare la sua vita sotto scorta. E’ stato lui il solo che ha risposto alla richiesta del Prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, intervenuto appositamente per sbloccare in qualche modo la situazione. Le sue ruspe della sua impresa hanno cominciato i lavori di demolizione ieri mattina in presenza di numerose pattuglie della polizia e dei carabinieri. L’abitazione dei Pesce è stata abbattuta. “Non c’è soddisfazione a demolire una casa. – ha commentato il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi – Sarebbe stato meglio poterla riutilizzare ma le normative lo impedivano perché costruita su una zona archeologica. L’imprenditore Saffioti è stato l’unico disponibile ed è un bel segnale di una Calabria che non si piega e va avanti”.

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