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‘Ndrangheta: Dia confisca beni per 25 milioni a un imprenditore

La Dia di Reggio Calabria ha confiscato beni per un valore di 25 milioni di euro a un imprenditore edile, il 60enne Giuseppe Malara. Nel 2007 era stato arrestato in un’operazione contro la cosca dei Labate ma poi fu assolto.
A cura di Susanna Picone
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La Dia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale nei confronti di un imprenditore edile di 60 anni, Giuseppe Malara. La Dia ha confiscato beni per 25 milioni, tra i quali una ditta individuale, 73 immobili e disponibilità finanziarie aziendali e personali, ammontanti a circa 500 mila euro. Malara in passato, nel 2007, era stato arrestato insieme ad altre 37 persone in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria nell'ambito dell'Operazione “Gebbione” contro la cosca di ‘ndrangheta dei Labate. Le indagini avevano permesso di svelare le infiltrazioni mafiose dei fratelli Labate in attività imprenditoriali della zona sud di Reggio Calabria, messe in atto mediante estorsioni consistenti sia nel pagamento di mazzette, sia nelle fornitura di beni e servizi da parte di imprese controllate dagli associati, e anche attraverso la protezione degli imprenditori. Successivamente Malara fu assolto ma il tribunale che ha emesso la confisca, chiamato a giudicare sulla proposta di misura di prevenzione, ha affermato che “è vero che Giuseppe Malara, nel citato procedimento penale, è stato assolto dall'imputazione contestata, e tuttavia stante l'autonomia del giudizio penale di condanna rispetto a quello di prevenzione lumeggiata in premessa, ritiene il Collegio che residuino in linea di fatto indizi di una sua contiguità e cooperazione con il sodalizio capeggiato dai fratelli Labate operante nella zona sud della città di Reggio Calabria”.

Le indagini si sono concentrate sulle modalità di acquisizione del patrimonio societario e personale di Malara che, negli ultimi anni, ha incrementato notevolmente la sua attività imprenditoriale. Gli accertamenti hanno evidenziato la sproporzione tra gli investimenti effettuati dalla fine degli anni 70 rispetto a quanto fiscalmente dichiarato. Nei confronti di Malara è stata anche inflitta la misura della sorveglianza speciale, aggravata dall'obbligo di soggiorno nel comune di dimora della durata di 3 anni.

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