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‘Ndrangheta: blitz antidroga di polizia e Fbi in Italia e a New York

Sgominate le famiglie mafiose che coordinavano il traffico di stupefacenti tra i due paesi: 17 fermi e 30 indagati. La base in un ristorante gestito da un italiano a New York. Droga nascosta nelle banane.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ in corso in queste ore una maxi operazione antidroga, condotta dal Servizio Centrale Operativo della polizia italiana (Sco) insieme al Federal Bureau of Investigation (Fbi).  Diciassette persone sono state fermate e arrestate tra la Calabria e New York (13 in Calabria tra Crotone, Sinopoli, Vibo Valentia e altre 4 negli Stati Uniti) nell'ambito dell'indagine su un'organizzazione criminale legata alla Ndrangheta e alle famiglie mafiose americane, che controllava il traffico internazionale di droga tra Italia, Stati Uniti e Sud America. Una trentina, invece, gli indagati. Sono in corso nei due paesi perquisizioni e sequestri. Il nome in codice dell’operazione è "Columbus". Il 12 ottobre scorso, infatti, giorno del Columbus Day, investigatori della Polizia di Stato e dell’F.B.I. hanno atteso in un porto americano il primo carico di cocaina. Proveniente da un porto del Centro-America, la droga era destinata ad essere spacciata a New York e in Europa.

La base in un ristorante a New York

A capo di questa organizzazione dedita al narcotraffico internazionale ci sarebbe il titolare di una pizzeria del Queens, originario di Serrastretta in provincia di Catanzaro che da alcuni anni era stato inviato dai clan di Siderno nella Grande Mela per controllare e gestire l’imponente traffico di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia. L’uomo, assieme ai familiari, è stato arrestato nelle settimane scorse: nel corso della perquisizione nel ristorante sono stati sequestrate oltre 100mila dollari, sei pistole, un fucile, cocaina e marijuana.

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Droga nascosta nelle banane

L'inchiesta è della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria coordinata dal procuratore Cafiero De Rao e dall'aggiunto Nicola Gratteri. Gli investigatori dello Sco, guidati da Renato Cortese e Andrea Grassi, e gli agenti della Squadra mobile di Reggio Calabria e dell'Fbi , per diversi mesi hanno seguito i movimenti del presunto ristoratore, appurando che avrebbe predisposto “una struttura logistica di copertura, dedita all'export ed import di frutta e derrate alimentari, ma che in realtà serviva loro a spedire in tutto il continente la polvere bianca. Come dimostrano i filmati la cocaina era nascosta nelle scatole contenenti banane ed altra frutta esotica che venivano poi caricate su containers e spedite prima negli Stati Uniti, poi, da lì, in Europa”, scrive Repubblica. “Gli inquirenti hanno anche scoperto una serie di omicidi: esecuzioni cruente e spietate, su cui sono ancora in corso le indagini. Tra le vittime ci sono presunti "traditori" della stessa cosca che si sarebbero appropriati di soldi e di parte della cocaina. I "resti" della spedizione di un carico di tre tonnellate di coca, sfuggita al controllo delle cosche, sono stati trovati addirittura in un supermercato di Rotterdam, finiti per sbaglio sul bancone della frutta di un centro commerciale”.

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