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Napoli: rapinatore ucciso, carabiniere indagato per omicidio colposo

Il militare è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo. Secondo la procura si è trattato di un incidente.
A cura di Antonio Palma
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Risulta indagato con l'accusa di omicidio colposo il carabiniere che alcuni giorni fa nel Napoletano ha ucciso con un colpo di pistola alla schiena un 27enne che stava ammanettando in strada dopo un lungo inseguimento per una rapina compiuta dall'uomo poco prima. Secondo gli inquirenti comunque non ci sarebbe nessun dubbio sul fatto che si sia trattato di un tragico incidente, visto che le concitate fasi dell'arresto del giovane Antonio Mannalà sono state riprese chiaramente da alcune telecamere di sorveglianza che erano piazzate in zona e i cui video sono stati poi acquisiti dagli investigatori. Nelle immagini si vedrebbe chiaramente il carabiniere mentre tenta di ammanettare Antonio Mannalà disteso sulla strada faccia a terra quando improvvisamente parte un colpo dall’arma impugnata dal militare. L'iscrizione del carabiniere nel registro degli indagati quindi è un atto dovuto per accertare definitivamente i fatti. Come ha spiegato anche il capo della Procura di Napoli nord, Francesco Greco: "Si è trattato di un tragico incidente, in fasi di estrema concitazione, come attestano le riprese delle telecamere".

Le drammatiche fasi della rapina e dell'arresto

Il carabiniere aveva inseguito il 27enne residente ad Afragola in provincia di Napoli dopo che questi insieme ad altri due complici aveva  aggredito una coppietta di ventenni a Casalnuovo di Napoli. Durante la rapina i malviventi avevano anche puntato una pistola in faccia ai giovani intimando loro di uscire dall'auto. Una pattuglia dell'arma però aveva intercettato i tre ladri poco dopo riuscendo a bloccare l'auto. I rapinatori scesi dalla vettura si erano dati alla fuga in tre direzioni diverse costringendo i militari ad inseguirli. In questa fase sarebbe avvenuto l'arresto di Mannalà e il contemporaneo incidente con il colpo di pistola alla schiena. "Mio fratello non era nemmeno armato; aveva avuto problemi con la legge, ma solo per dare da mangiare alla moglie e ai tre figli" attacca ora la sorella di Mannalà che chiede giustizia.

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