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Museo Tattile Omero: un percorso unico, per riscoprire le forme nascoste dell’arte

Il Museo Tattile Omero di Ancona lavora da anni per trasformare l’arte in un’esperienza inclusiva, accessibile anche ai non vedenti. Un successo importante, per un percorso espositivo che traduce in forma e materia i grandi capolavori artistici, dal Rinascimento alla contemporaneità.
A cura di Federica D'Alfonso
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Riproduzione della Pietà di Michelangelo al Museo Omero di Ancona
Riproduzione della Pietà di Michelangelo al Museo Omero di Ancona

Percepire il movimento delle linee e dei contorni, constatare i volumi delle figure: “toccare” un'opera d'arte non è una cosa che solitamente facciamo in un museo. Ma ad Ancona è possibile. Il Museo Omero è infatti il primo Museo Tattile Statale nel mondo, una delle prime esperienze nel campo della fruizione artistica multisensoriale, non soltanto legata alla dimensione visiva dell'arte. Nell'idea dei fondatori, il Museo Omero doveva essere uno spazio senza barriere, un luogo in cui le differenze e le discriminazioni soprattutto per i non vedenti venissero annullate: ma il Museo Omero oggi è molto di più. È un centro di formazione e ricerca, promotore e organizzatore di mostre e attività didattiche, e testimonianza che l'arte e la cultura non hanno limiti.

Nato soprattutto per accogliere i non vedenti, fra i 25 mila visitatori annui ci sono molte persone che invece semplicemente desiderano accostarsi all'arte in modo diverso: all'ingresso viene fornita una benda, e grazie ai supporti audio e ai pannelli scritti in Braille, ognuno può scegliere di "sentire" le opere in maniera diversa.

Il Discobolo, Museo Omero
Il Discobolo, Museo Omero

Il Museo Omero nasce dall'idea di due non vedenti, Aldo Grassini e sua moglie, Daniela Bottegoni: appassionati d'arte, i due riconoscono immediatamente come un limite da superare quello di non poter godere appieno delle esperienze artistiche raccontate dai musei ordinari. Così nel 1993 fondano ad Ancona il primo museo dove finalmente anche i non vedenti potessero accostarsi all'arte, senza limiti o discriminazioni. Trasformare la grande arte in qualcosa di "materiale", che può essere vissuto attraverso il tatto: questa la loro idea, che oggi è divenuta una delle esperienze più rilevanti nel campo delle politiche culturali di inclusione sociale.

I grandi Maestri a portata di mano

Ospitata nelle bellissime sale della Mole Vanvitelliana di Ancona, la ricchissima collezione conta circa 150 opere che ripercorrono, secondo un criterio cronologico, le più grandi esperienze dell'arte scultorea e plastica europea. L'esposizione raccoglie copie in gesso e resina di famose sculture dalla classicità greca fino al primo Novecento, passando per l'arte etrusca, romana, romanica e gotica. Il Rinascimento di Michelangelo, il Barocco di Bernini, il Neoclassicismo di Canova: tutto, nel Museo Omero, è a portata di mano.

Visitatori del Museo Omero
Visitatori del Museo Omero

Ma non solo classicità: il Museo Tattile offre una ricca collezione di arte contemporanea, con importantissimi nomi dell'ambito figurativo e informale: Valeriano Trubbiani, Edgardo Mannucci, André Barelier  e Felice Tagliaferri sono solo alcuni degli artisti che il museo da anni fa conoscere anche a chi non può accostarsi all'arte in modo tradizionale.

Un Caravaggio da toccare

"Ragazzo morso da un ramarro" di Caravaggio, riproduzione "tattile" del Museo Omero
"Ragazzo morso da un ramarro" di Caravaggio, riproduzione "tattile" del Museo Omero

Lo scorso 2 dicembre è stato inaugurato, presso la Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona, il rilievo del dipinto “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio. Fino all'8 gennaio 2017, soprattutto i non vedenti, ma anche chi desideri mettersi in gioco con un'esperienza totalmente diversa dall'ordinario, avranno la possibilità di "toccare" il capolavoro di Caravaggio, riprodotto fedelmente dallo staff del Museo Omero specializzato nella produzione di supporti tattili.

Questo è lo scopo che si prefigge di compiere questa scultura: dar modo a non vedenti e ipovedenti di potersi fare un idea del contenuto formale del dipinto, da sommare poi alle spiegazioni che in genere abbondano. Un'occasione importante per ricordare che i beni culturali vanno resi accessibili a tutti, cercando di abbattere quelle barriere che certa mentalità ottusa, vecchia e ignorante vorrebbe siano incrollabili.

Spiega così Massimiliano Trubbiani, l'artista cui si deve l'importante lavoro di riproduzione.

Un museo in movimento: ricerca e attività

Il 10 dicembre, nell'ambito del progetto “Vediamoci a Teatro”, è in programma lo spettacolo “Bianco come il Buio”, nato da un'iniziativa dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell'IRIFOR. Non solo arti visive dunque, ma anche teatrali e letterarie, per un'esperienza di riappropriazione a tutto tondo.

Ispirato al capolavoro "Cecità" del premio Nobel José Saramago, lo spettacolo, scritto da Stefania Terrè e diretto da Antonio Lovascio, ripropone il messaggio universale di un romanzo che ha fatto la storia. Questa volta però la vicenda è ambientata ad Ancona, raccontata da un gruppo di attori non vedenti: Francesco Celsi, Claudio Dubini, Francesca Gasparoni, Maurizio Mazzieri, Barbara Roefaro, Giulia Sabatini, Stefania Terrè e Lucrezia Violante.

Analizzare le dinamiche umane, cercando di capire cosa accadrebbe se una simile situazione dovesse realmente sopraggiungere azzerando ogni diversità, e ogni rapporto costruito secondo le proprie convinzioni e percezione della realtà. Che cosa accadrebbe? La risposta non è affatto scontata, lontano da ogni moralismo, con la più totale onestà siamo approdati all'ipotesi che le differenze non migliorano né peggiorano la nostra condizione, semmai la arricchiscono della varietà tipica dell’essere umano. Un po' come dire che la diversità, contrariamente a quanto si possa pensare, ci accomuna e ci rende tutti uguali.

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