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Muore Eduardo Galeano, sublime padre della letteratura sudamericana

Deceduto oggi a Montevideo, all’età di 74 anni, Eduardo Galeano, uruguaiano, è stato uno degli intellettuali e scrittori che con maggior rigore e ricchezza immaginativa hanno interpretato lo spirito dell’America latina, di cui la sua opera è una testimonianza storica fondamentale.
A cura di Luca Marangolo
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La sua parabola letteraria e creativa non era tra le più note nel nostro paese, ma Eduardo Galeano si può ben dire uno dei padri della cultura letteraria del Sud America. Si è spento a 74 anni in una clinica di Montevideo, dopo una vita passata fra tantissimi mestieri: giornalista, imbianchino, cassiere, letterato. L’opera alla quale la sua memoria rimarrà più strettamente legata è forse il bellissimo saggio dal titolo Le vene aperte dell’America Latina, che senza dubbio si può definire un capolavoro di ricerca intellettuale nell’ambito degli studi post-coloniali.

Nel saggio Le vene aperte dell’America latina, uscito ormai 45 anni fa, Galeano denunciava con vigore il paradosso per cui l’America del Sud è stata relegata in un alveo di miseria nonostante la sua fondamentale ricchezza territoriale. Il testo fu messo al bando dalle dittature filo-occidentali in Argentina e in Cile, a causa del fatto che fu scritto in uno stile romanzesco e divulgativo, segnato dalla capacità di conciliare l’intelligenza critica con la capacità comunicativa e didattica, allo scopo di emancipare culturalmente le masse.

La sua opera si è estesa però molto al di là della saggistica, se si pensa al romanzo storico -purtroppo da noi non molto letto-La memoria del fuoco, che si potrebbe definire una vera e propria intensa mitografia dedicata, ancora una volta, alla storia dell’America latina, dalle origini fino alla seconda metà del Novecento. Intrecciando mitologia e storia, La memoria del fuoco è un capolavoro di prosa letteraria, non a caso accostato alle narrazioni magiche di Cortàzar, Marquez e Lezama Lima.

Questi sono solo un paio di esempi notevoli in una produzione vastissima che conta oltre trenta titoli, fra saggistica e narrativa, tutti caratterizzati da un inconfondibile stile ibrido fra il saggio, il giornalismo e la pura tensione poetica. Galeano fu anche perseguitato politico, perché nel 1973, con la dittatura uruguagia, riparò prima in Argentina e poi, con l’ascesa di Videla, fuggì oltreoceano, in Spagna.

Da appassionato, Galeano è poi autore di un libro profondo dal titolo Splendori e Miserie del gioco del calcio,  in cui, pur confessando l’innato e irresistibile amore che, come tutti sudamericani, provava per questo sport, ne vede con lucidità gli aspetti meno lusinghieri, legati al capitalismo e alla capacità di fare affari sfruttando la passione e le debolezze del popolo.

Questa incredibile vicenda letteraria rimarrà a testimonianza della forza intellettuale e della rarissima capacità che ebbe di conciliare la forza dell’immaginazione con quella della ragione, la grande dote, tutta letteraria, di essere creatore di miti, e quella altrettanto pregiata di essere un penetrante osservatore della realtà storica.

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