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Muore dopo una puntura di vespa: il datore di lavoro accusato di omicidio

Per la Procura l’operaio non era dotato di attrezzature né preparazione idonea.
A cura di A. P.
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Stava riparando dei lampioni in strada quando una vespa lo ha punto improvvisamente provocandogli uno shock anafilattico che in poco tempo lo ha potato alla morte. Ora il datore di lavoro dell'uomo è finito a processo con la pesante accusa di omicidio colposo. Il tragico episodio è avvenuto nel giugno di tre anni fa a Brozolo, nel Chivassese, in provincia di Torino, quando una piccola puntura dell'insetto dietro l’orecchio è costata la vita al 44enne Davide Zangara che ha lasciato una moglie e due figli piccoli che adesso, assieme ad altri famigliari, si sono costituiti parte civile nel processo appena iniziato al Tribunale di Ivrea,

L’operaio, residente a Gassino, quel tragico mattino doveva effettuare alcuni lavori di manutenzione e riparazione agli impianti di illuminazione, un'attività che svolgeva regolarmente ogni giorno ma che gli fu fatale. Il 44enne aveva soltanto il sospetto di essere allergico alla puntura di vespe perché era stato male pochi giorni prima ma intuì il pericolo e chiese dove fosse una farmacia ma fece solo un centinaio di metri alla guida del furgone prima di morire.

Secondo l'inchiesta della Procura di Ivrea , però, la colpa fu anche del datore di lavoro che non dotò l'operaio né di una preparazione adeguata ad affrontare un imprevisto del genere, né di un’attrezzatura idonea a proteggersi da eventuali punture. Secondo l’accusa, infatti, la procedura imponeva che l’area di lavoro fosse monitorata e, nel caso fosse stata riscontrata la presenza di insetti, bonificata. Inoltre sarebbe sta utile la presenza di una collega al fianco di Zangara che avrebbe potuto evitare il peggio.

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