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Di Maio attacca Calenda: “Tutela interessi De Benedetti”. Replica Cir: “Non siamo debitori insolventi Mps”

In un post su Facebook, il vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio attacca il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, reo di aver sostenuto che la lista dei grandi debitori di Monte Paschi di Siena non andrebbe resa pubblica.
A cura di Charlotte Matteini
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calenda de benedetti

In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda si è detto contrario alla pubblicazione della lista dei grandi debitori insolventi di Monte dei Paschi di Siena, per un motivo molto semplice: secondo il ministro, infatti, sarebbe in capo alla banca la responsabilità di vagliare la situazione economico-finanziaria di chi richiede fidi e prestiti e per questo motivo, nel momento in cui dovesse materializzarsi l'insolvenza, non sarebbe giusto spostare questa responsabilità dal controllore al debitore. "No, secondo me non va pubblicata la lista dei grandi debitori insolventi", segnando un cambio di direzione rispetto all’orientamento che il governo aveva lasciato filtrare nei giorni scorsi". Il principio – spiega il ministro – è che l’imprenditore va dalla banca a chiedere i soldi. È responsabilità della banca capire se è insolvente. È un po’ strano spostare l’onere su chi chiede i soldi", ha sostenuto il ministro dello Sviluppo economico, sottolineando inoltre che eventuali connivenze andrebbero sì sondate e e dichiarate.

La presa di posizione del ministro Calenda, però, non è stata ben accolta dal Movimento 5 Stelle e in particolare dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che in un post su Facebook ha attaccato il titolare dello Sviluppo Economico: "E' molto strano che siano i cittadini comuni a dover pagare per quelli, che come riportato dagli organi di stampa (Corriere, Il Sole, Libero), sono i grandi debitori insolventi di MPS, su tutti Carlo De Benedetti (tessera numero 1 del Pd e patron de La Repubblica che infatti su questo scandalo non scrive mezza riga), che con i 600 milioni di euro di Sorgenia risulta il maggior debitore del Monte dei Paschi, almeno tra i privati citati dai giornali", scrive Di Maio. "Perchè Calenda tutela gli interessi del numero 1 del Pd e se ne frega dei cittadini che gli pagano lo stipendio? Pensi a fare il ministro dello Sviluppo Economico di un Paese in macerie anziché il palo ai grandi debitori insolventi. Vogliamo che la lista dei grandi debitori insolventi MPS venga pubblicata al più presto, prima di prendere altri soldi ai cittadini devono essere loro a pagare!", conclude il vicepresidente della Camera.

La replica di CIR: "Su Sorgenia-MPS inesattezze e strumentalizzazioni"

In merito alle varie inesattezze e strumentalizzazioni degli ultimi giorni sulla vicenda Sorgenia-MPS, un portavoce di CIR precisa quanto segue:

–        né l'Ingegner De Benedetti né la sua famiglia né CIR sono debitori insolventi di MPS.

–        Sorgenia non era una società della famiglia De Benedetti ma una joint venture controllata da CIR e Verbund, principale operatore elettrico austriaco.

–        Sorgenia non è mai fallita: nel 2014, a causa della crisi, ha avuto necessità di ristrutturare il proprio debito e in quella circostanza le banche creditrici, inclusa MPS, hanno preferito assumerne la proprietà; in precedenza, CIR aveva manifestato la propria volontà di partecipare a una ricapitalizzazione di Sorgenia mentre Verbund si era dichiarata indisponibile; pertanto, il contributo proposto dalla sola CIR non era stato considerato sufficiente dalle banche finanziatrici; a seguito dell'accordo di ristrutturazione, i due azionisti di Sorgenia hanno perso tutto il loro investimento nella società.

–        Da circa due anni, com’è noto, CIR non è più azionista di Sorgenia: quest’ultima ha recentemente dichiarato di procedere “nel percorso di ripianamento del debito, seguendo le linee guida del proprio piano industriale che ne prevede il totale rimborso”.

–        Infine, ogni illazione relativa a presunti trattamenti di favore ricevuti da CIR nella concessione di crediti a Sorgenia è totalmente priva di fondamento.

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