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Mosul, le forze irachene circondano la moschea dove l’Isis proclamò il Califfato

Continua l’offensiva delle forze lealiste per riconquistare la parte della città di Mosul ancora sotto il controllo dei jihadisti. Questa volta, a essere colpito, è un luogo simbolo per gli uomini di Daesh, lì dove Abu Bakr Al Baghdadi proclamò per la prima volta il Califfato.
A cura di Ida Artiaco
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L'Isis avrebbe le ore contate a Mosul, roccaforte dello Stato islamico in Iraq. Le forze governative irachene, infatti, si trovano a poche centinaia di metri dalla Grande Moschea dove nel 2014 Abu Bakr Al Baghdadi proclamò la nascita del Califfato, mostrandosi per la prima volta in un video di propaganda. Lo ha riferito l'emittente di Stato Press Tv, che cita a sua volta fonti ufficiali. I soldati avrebbero sconfitto i miliziani di Daesh in numerosi scontri, riuscendo in questo modo ad avvicinarsi alla parte vecchia della città, stando a quanto riportato dal capo della polizia federale irachena Raed Shaker Jawda, che ha anche sottolineato come la moschea sia completamente circondata e alcuni droni monitorino gli spostamenti dei miliziani casa per casa.

Si troverebbero, precisamente, vicinissime al minareto all'Hadba ("il gobbo") e alla Grande moschea di Nuri. Continua così senza sosta, dopo la conquista della parte orientale della città lo scorso gennaio, lo sforzo delle forze lealiste per sottrarre al Califfato anche quella a Ovest del centro iracheno, intensificando gli scontri che fanno giorno dopo giorno decine di vittime. Migliaia di cittadini sono, intanto, riusciti anche a fuggire dalle aree che sono ancora sotto il controllo degli oltre cinquemila jihadisti dell'Isis, mentre secondo l'Onu sarebbero ancora 700mila i civili ancora alle prese con i combattimenti e privi di cibo ed energia elettrica.

Intanto, la difficile situazione che si sta vivendo nelle ultime ore in Medio Oriente, con le roccaforti del Califfato, la stessa Mosul e Raqqa, prossime alla cadute, sta facendo alzare l'allerta al massimo livello nei paesi europei, dove c'è la paura che molti foreign fighter possano ritornare nei loro paesi d'origine, Italia compresa.

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