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Morto Vittorio Visentin: uccise le 3 figlie nell’84, dopo 4 anni tornò a casa dalla moglie

È morto all’età di 68 anni Vittorio Visentin, l’uomo che nel 1984 fece parlare tutta Italia per aver ucciso le tre figlie di 8, 5 e 1 anno a colpi di martello, ferro da stiro e mattone. Nel 1988, giudicato non più pericoloso, aveva lasciato il manicomio criminale ed era tornato a vivere nella casa del delitto.
A cura di Susanna Picone
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È morto qualche giorno fa all’età di 68 anni Vittorio Visentin, l’uomo che trentadue anni fa fece parlare tutta Italia per il triplice omicidio avvenuto nella sua casa di Schio, nella provincia di Vicenza. All’alba del 7 marzo del 1984 Visentin, operaio presso una stazione di servizio e un passato da ufficiale di Marina, si alzò dal letto, ferì sua moglie a martellate e andò nella camera delle sue bambine Valentina, Sara e Cinzia, di 1, 8 e 5 anni. Le piccole furono uccise dal padre a colpi di martello, ferro da stiro e mattone. Poi l’uomo si tolse gli abiti sporchi di sangue e scappò via a bordo di una vecchia Ford Tanus targata Bologna. Lo rintracciarono e arrestarono una settimana dopo alle porte di Vicenza: nell’auto Visentin aveva una copia del quotidiano Il Tirreno su cui era apparsa la notizia della strage da lui compiuta.

Trascorreva le sue giornate a casa a pregare – Dopo l’arresto, Visentin trascorse qualche settimana in carcere, poi il giudice istruttore di Vicenza lo giudicò incapace di intendere e volere. Avrebbe dovuto scontare dieci anni nel manicomio giudiziario di Reggio Emilia ma poi, a quattro anni di distanza, stabilirono che l'ex ufficiale vicentino poteva tornare a casa. Non era più giudicato pericoloso. A quel punto la moglie Valeria, che miracolosamente si salvò da quel massacro, lo fece tornare a casa, quella dove aveva ucciso le loro tre bambine. Con lei Visentin, che è morto per un male incurabile, ha trascorso gli ultimi ventotto anni della sua vita dopo il triplice delitto. Diventato testimone di Geova, ha vissuto gli anni dopo la strage pregando e leggendo la Bibbia. Pare non uscisse mai, se non per curare il giardino della sua villetta.

Le ragioni della sua strage – Le ipotesi avanzate dagli psichiatri per spiegare le radici della sua follia sono state numerose. Negli anni Settanta a Taranto, quando era un ufficiale di Marina, Visentin fu rapinato e colpito da una manganellata. Una commissione medica lo giudicò inidoneo dal punto di vista psicofisico a proseguire il suo servizio e lo congedò. Tornato a Schio, di tanto in tanto manifestò problemi di amnesia. Successivamente fu anche ferito con un colpo di pistola da un uomo che lo scambiò per un ladro.

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