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Morto Vittori, lo storico allenatore di Pietro Mennea

Carlo Vittori s’è spento a 84 anni, assieme alla ‘freccia del sud’ contribuì a scrivere pagine leggendarie della velocità italiana, portando l’atletica azzurra sul tetto del mondo.
A cura di Maurizio De Santis
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Carlo Vittori al funerale di Pietro Mennea
Carlo Vittori al funerale di Pietro Mennea

Carlo Vittori ha raggiunto Pietro Mennea. Lo storico allenatore del campione iridato dell'atletica italiana è morto nella sera della vigilia di Natale. L'ultimo colpo di pistola, quello dello starter che per anni lo aveva accompagnato a bordo pista, lo ha riportato accanto all'allievo di una vita. Si erano conosciuti nel Settanta e assieme costruirono la leggenda della ‘Freccia del Sud', conquistando vittorie e record, alimentando entusiasmo e ambizioni, rendendo onore e lustro a quel tricolore che tante volte lo sprinter aveva portato con sé sulle spalle dopo ogni trionfo. A 84 anni il cuore di Vittori ha smesso di battere nella casa di Ascoli, la sua ultima apparizione in pubblico risale allo scorso 30 novembre quando, durante una manifestazione al Coni, espresse profondo rammarico per lo scandalo doping che aveva travolto anche il movimento azzurro: "L'atletica italiana non c'è più", ammise con tristezza.

Il ‘martello' Mennea. Vittori definì così quel ragazzo che nel '68 notò ai campionati italiani giovanili di Ascoli Piceno. E' su quella pista che iniziarono a scrivere la storia dello sport azzurro. "Allora compresi che era un talento naturale, una forza della natura per l'impegno e la determinazione che metteva in allenamento – ha raccontato di recente -. Lo conobbi a Formia nel '70, Pietro è sempre stato un martello pneumatico e se tardavo anche solo di cinque minuti mi rimproverava bonariamente puntando il dito indice che batteva sull'orologio".

La carriera di Vittori. Nato ad Ascoli Piceno il 10 marzo del 1931, vestì i panni dello sprinter e  la maglia azzurra per otto volte, tra il 1951 e il 1954 (nel 1952, anche la partecipazione ai Giochi di Helsinki). I risultati più belli della sua carriera sono arrivati però da allenatore che portò la velocità italiana sul tetto del mondo. Vittori e Mennea, il maestro e l'allievo arrivarono a fondersi in un'unica persona ed è forse quello il segreto di un successo coltivato con sacrificio e grande applicazione, l'humus di quella che sarà l'età dell'oro degli sprinter tricolori scandita dai successi di Pietro e dalla medaglia d'argento nella staffetta 4×100 a Helsinki 1983, con il quartetto azzurro (Tilli, Simionato, Pavoni, Mennea) alle costole degli Stati Uniti e davanti alla Russia.

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