Morto il giornalista Oscar Orefici, raccontò Senna e Ferrari

È morto all'età di 68 anni Oscar Orefici, prima firma e poi volto storico della Formula Uno. Il giornalista romano è scomparso nella notte tra sabato e domenica lasciando un vuoto enorme nel giornalismo sportivo italiano. Orefici, infatti, era un uomo d'altri tempi, partito come firma di punta della Gazzetta dello Sport, nel corso degli anni è stato uno dei maggiori narratori della velocità, in grado di raccontare personaggi fondamentali come il campione brasiliano Ayrton Senna e Enzo Ferrari, con cui aveva instaurato un rapporto speciale. Fu lui, infatti, uno degli ultimi a cui il patron della Ferrari rilasciò un'intervista.

Orefici, che da anni lavorava a Sky – pioniere della F1 sui canali satellitari -, era stato colui che aveva ridato lustro a Grand Prix, ma fu anche colui che riuscì, partendo da un gruppo di ragazzi appassionati di Formula 1, a costruire quella che in seguito sarà la redazione sportiva dei canali Mediaset, riuscendo, nel 1991, a portare sulle reti Fininvest la Formula 1 in diretta. Oltre a portare avanti la sua carriera giornalistica, Orefici fu in grado anche di ottenere successi nel mondo cinematografico, realizzando film e documentari su quella che era la sua più grande passione: ne fu un esempio il film "Pole position i guerrieri della F1". Ma Orefici non disdegnava neanche il racconto scritto e fu autori di alcuni libri, come "Ferrari, romanzo di una vita", "Enzo Ferrari, l'ingegnere rampante" o "Storia della Formula 1".

Un professionista che chi ha conosciuto racconta come "sempre garbato nei modi, pungente nelle osservazioni critiche"; un grandissimo professionista, in grado sempre di stare qualche passo avanti agli altri, che è sempre stato da esempio per i colleghi anche per il modo in cui ha capito, prima di altri, come realizzare il miglior racconto e la migliore copertura della Formula 1 in televisione.