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Morti all’ospedale di Lugo, dopo l’infermiera spuntano due nuovi indagati

Si tratta di due dipendenti dell’ospedale accusati con la ormai ex infermiera Daniela Poggiali. I due, secondo il pm, non avrebbero “impedito l’evento”, cioè la morte di una anziana.
A cura di Susanna Picone
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Spuntano due nuovi indagati nell’inchiesta sulle morti sospette all’ospedale di Lugo, nel Ravennate, quella tristemente nota per il selfie della ormai ex infermiera Daniela Poggiali con il corpo senza vita di una persona. Due dipendenti dell'ospedale “Umberto I” sono indagati per omicidio volontario in concorso con la Poggiali, per la morte di una anziana paziente uccisa con un'iniezione letale di potassio. Secondo gli inquirenti i due indagati non avrebbero “impedito l'evento”.  Uno degli indagati è l'allora direttore del reparto di Medicina Interna, un medico 66enne nato a Palermo ma residente a Bologna. L'altra persona indagata è l'allora caposala, una 60enne nata a Copparo (Ferrara), ma residente a Fusignano (Ravenna) e da poco in pensione. Ai due dipendenti dell’ospedale del Ravennate è stata notificata un'informazione di garanzia dai Pm titolari del fascicolo. Al momento viene loro contestato l'omicidio della 78enne Rosa Calderoni sulla base dell'articolo 40 capoverso del codice penale.

Daniela Poggiali da mesi in carcere – I due  nuovi indagati avrebbero omesso di adottare le misure organizzative e procedurali idonee a impedire l'uccisione della paziente, materialmente commessa da Daniela Poggiali. In particolare il direttore di reparto avrebbe insistito in autopsie interne di altri pazienti deceduti in circostanze non chiare nell'ambito di una sorta di indagini irrituali condotte in presenza di un forte sospetto mentre l’altra indagata non avrebbe adeguatamente vigilato sul personale infermieristico, e in particolare sulla Poggiali, nonostante le diverse segnalazioni fatte da colleghe in merito a suoi comportamenti ritenuti anomali. Per l'inchiesta sulle morti sospette all'ospedale di Lugo questo è il quarto stralcio aperto dalla Procura di Ravenna. Il primo, il principale, è stato chiuso con un giudizio immediato per la Poggiali, che da oltre sei mesi si trova in carcere a Forlì.

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