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Monsignor Paglia indagato per l’acquisto di un castello: “Usati i soldi della diocesi”

Al centro delle indagini che hanno coinvolto il presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, un giro di operazioni immobiliari e finanziarie.
A cura di Antonio Palma
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C'è anche monsignor Vincenzo Paglia, ex vescovo di Terni e attuale presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, tra gli indagati della Procura di Terni per l'affare della compravendita del castello di San Girolamo a Narni. Come riporta il Corriere della Sera, infatti, i pm umbri hanno chiuso l'inchiesta inviando una avviso di conclusone indagine a tutti gli interessati. In tutto nelle carte dell’inchiesta figurano dieci persone tra cui altri esponenti del clero come il vicario episcopale della diocesi, Francesco De Santis, e il presidente dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero, Giampaolo Cianchetta, oltre all’ex direttore tecnico della curia Luca Galletti e all’ex economo Paolo Zappelli, entrambi finiti già in manette nel 2013 insieme al dirigente dell'ufficio urbanistica del comune di Narni.

L'accusa nei confronti di tutti gli indagati è di associazione a delinquere ma vengono contestati a vario titolo anche altri numerosi reati per l’irregolarità della gara pubblica come turbativa d'asta, truffa e riciclaggio. Al centro delle indagini, svolte dal nucleo valutario della guardia di finanza e dalla polizia di Terni e coordinate dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, un giro di operazioni immobiliari e finanziarie tra cui appunto la compravendita del castello. In particolare secondo gli inquirenti il castello sarebbe stato comprato utilizzando indebitamente denaro della diocesi creando poi il buco quantificabile in 25 milioni di euro nei conti della stessa curia ternana emerso nel luglio 2013 quando furono arrestati i responsabili dell'ufficio tecnico della diocesi.

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