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Mondo arabo in rivolta, Marocco: migliaia di manifestanti chiedono più democrazia

L’onda di protesta che sta travolgendo il mondo arabo ha contagiato, anche se in maniera minore, anche il Marocco, dove migliaia di manifestanti chiedono più democrazia.
A cura di Cristian Basile
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L'onda della protesta popolare che sta travolgendo il mondo arabo sta contagiando anche il Marocco. I giovani marocchini hanno organizzato su Facebook il movimento "del 20 febbraio" per esigere una nuova costituzione che, oltre a limitare i poteri del re, crei più giustizia sociale. Migliaia di persone hanno incominciato a riunirsi a Casablanca, Rabat e nelle principali città del paese, con l'intenzione di iniziare una manifestazione pacifica per le riforme politiche e per una limitazione dei poteri del re Mohammed VI.

A Casablanca, i manifestanti gridano "Libertà, Dignità e Giustizia", "Il re deve regnare, non governare", "Il popolo vuole una nuova costituzione", a Rabat, la capitale del paese, 4.000 persone hanno manifestato a piazza Bad Alhad, alle porte della Medina. Gli slogan che  gridano i manifestanti sono simili a quelli di Casablanca, in francese ed in arabo, l'ambiente è rilassato, non si vedono simboli islamici, ci sono persone di tutte le classi sociali, famiglie con bambini e soprattutto giovani.

Il governo marocchino trattiene il fiato davanti alle proteste convocate attraverso Facebook in una quindicina di città tra le quali figurano le più importanti del paese. Il fatto non ha precedenti, per la prima volta, i cittadini chiedono democrazia, la fine della corruzione e le dimissioni del Governo e si specula su quante persone scenderanno in piazza o come reagiranno le forze dell'ordine, che ieri notte sono state dispiegate nei centri delle città.

Le comunicazioni attraverso internet sono molto limitate e non è nemmeno possibile seguire le manifestazioni attraverso il canale di Al Jazeera, visto che la sua emissione è stata sospesa e la polizia, inoltre, impedisce l'accesso a Rabat. A differenza di altri paesi arabi, come la Libia travolta dagli scontri violenti, la situazione in Marocco sembra essere più tranquilla anche perchè nel paese sono autorizzati diversi partiti politici e il parlamento viene eletto liberamente. Si schiera a favore dei manifestanti il principe Moulay Hicham El Aloui cugino del re Mohammed VI: "Personalmente, aderisco a qualsiasi iniziativa che chiede una democratizzazione del nostro sistema politico, fermo restando che ciò avvenga in maniera pacifica e tollerante. In questo caso, mi sembra che il movimento abbia queste caratteristiche e quindi io aderisco".

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