Molestata a 12 anni, il processo d’appello arriva quando è studentessa universitaria

La giustizia italiana non è certo nota per la sua velocità e anzi spesso è al centro delle polemiche proprio per le lungaggini, anche burocratiche, che rendono i processi molto lunghi, ma ci sono alcuni casi che arrivano davvero al limite. È quello ad esempio di una bambina di 12 anni che fu molestata dal cugino trentaduenne ben 8 anni fa ma che per avere il verdetto del processo di appello ha dovuto attendere fino al suo ingresso all'università. È accaduto a Torino, dove la donna, ormai ventenne,  è stata informata che la Corte d'appello del capoluogo piemontese stava finalmente celebrando il processo di secondo grado.

L'episodio al vaglio dei giudici risale a un notte del 2008 quando la ragazza, che allora  frequentava la scuola media, fu importunata sessualmente in casa dal cugino, ospite della famiglia. Le urla della 12enne attirarono subito l'attenzione del padre che picchiò violentemente il molestatore e lo fece arrestare dai carabinieri. Presto si arrivò al processo di primo grado che terminò l'anno successivo con una condanna a sedici mesi di carcere da considerare  in parte già scontata visto il periodo di custodia cautelare.

Da allora però il procedimento si è perso nei meandri della giustizia italiana. Ci sono voluti sette anni prima che si riuscisse a fissare la fata del processo d'appello tanto che la ragazza ha dovuto trovarsi un nuovo avvocato in quanto il precedente aveva lasciato la professione. Anche in secondo grado i giudici hanno confermato la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi per l'uomo e il diritto della ragazza a un indennizzo e una provvisionale di cinquemila euro.