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Modena, padre vuole vaccinare figlia, madre no. Genitori separati finiscono in tribunale

Il tribunale civile di Modena dovrà stabilire se una bambina di sei anni dovrà essere vaccinata o meno. Il consulente dei magistrati ha intanto stabilito che a settembre sarà fatta una visita medica per stabilire quali sono le sue condizioni di salute. Si tratta del primo caso in cui due genitori finiscono davanti a un giudice per contrasti sulle vaccinazioni.
A cura di C. T.
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Il padre vuole far vaccinare la figlia convinto della sua imporantanza, la madre invece si oppone perché terrorizzata dalla pericolosità. Così due genitori sono finiti davanti al tribunale civile di Modena, dove sarà stabilito se una bambina di sei anni dovrà essere vaccinata o meno. Il consulente dei magistrati ha intanto stabilito che a settembre sarà fatta una visita medica per stabilire quali sono le sue condizioni di salute. Si tratta del primo caso in cui due genitori finiscono davanti a un giudice per contrasti sulle vaccinazioni. I due hanno convissuto fino a tre anni fa, poi si sono lasciati. Nel 2010, quando è nata la figlia, avevano insieme deciso di non vaccinarla, mettendo nero su bianco un'obiezione di coscienza quando la Asl chiese come mai non l'avessero sottoposta alle iniezioni "obbligatorie". "Anche allora avevamo discusso. Io ero favorevole a vaccinare ma pensai: visto che la bambina sta a casa con la mamma e non frequenta quasi nessun altro si può aspettare un po'", ha raccontato il padre della bambina. "Il mio ragionamento è semplice – ha aggiunto l'uomo – La mamma preferisce le cure naturali? Nessun problema. La bambina ha la febbre? Ok, proviamo con la Belladonna invece che con la tachipirina. Anch'io sono contro l'abuso di farmaci. Quando però parliamo di malattie infettive che fanno disastri, e se le prendi rischi anche di morire, bisogna vaccinare. Lo Stato ci mette a disposizione uno strumento che salva le vite. Mentre noi perdiamo tempo davanti a un giudice, nostra figlia non è vaccinata. Con il proprio corpo si è liberi di fare ciò che si vuole, ma con quello dei propri figli no. Deve essere tutelato".

Quando i due si sono lasciati, già nell'aprile 2014 il padre aveva chiesto di riparlare della questione delle vaccinazioni, senza successo. A marzo 2016 l'uomo si è quindi rivolto al giudice tutelare, che ha invitato a una conciliazione. Anche qui, però, nessun accordo, così si è finiti al tribunale civile. Sia il collegio che le parti hanno nominato un consulente, una pediatra di famiglia della città.

La madre ha coinvolto Stefano Montanari, un farmacista vicino ai movimenti antivaccini, che con la moglie gestisce a Modena un centro studi sulla presunta presenza di materiali pericolosi. Il padre, invece, si è affidato a Vittorio Selle, direttore dell'igiene pubblica della Asl di Venezia. Dopo la visita di settembre, il perito del giudice depositerà la bozza della sua relazione e darà 20 giorni alle parti per le loro osservazioni. Poi, a dicembre, inizierà la discussione della causa, quando la bambina sarà già da mesi a scuola.

Questa la posizione dell'avvocato della madre. "La mia assistita dice: "ho paura di iniettare a mia figlia vaccini che i nostri consulenti tecnici dicono essere impuri. Lo Stato non mi può dare garanzie sulla loro sicurezza e non mi può obbligare a farli". E poi lei non è contraria a tutte le vaccinazioni, la figlia ha fatto l'antitetanica".

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