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Ministro Lorenzin, ma quante fesserie dice sulla cannabis?

Il ministro della Salute Lorenzin inanella una serie di incredibili sciocchezze sulla legalizzazione della cannabis. E annuncia una campagna pubblicitaria sui “giovani che si sballano”. Benvenuti negli anni Ottanta.
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Beatrice Lorenzin, ministro della Salute nominata da Enrico Letta e riconfermata da Matteo Renzi la ricorderò sempre per la dichiarazione sulla Terra dei fuochi e sulle tante patologie mortali attribuibili a «errati stili di vita» e non ai veleni in aria, acqua e terra. A questo giro però ha cacciato un'altra perla degna di nota, in una intervista al Corriere della Sera. Argomento: la legalizzazione della cannabis. Dice Lorenzin che contro le canne vuole campagne pubblicitarie «che siano un inno alla vita» perché «oggi i giovani stanno in compagnia per sballarsi. Bevono per sballarsi. Si drogano per sballarsi. Hanno perso il gusto della vita».

Chiudo gli occhi e mi sembra di vedere una campagna di Nancy Reagan degli anni Ottanta. Il termine ‘sballare' del resto rende pienamente il distacco tra la realtà e il ministro. Ma chi dice più ‘sballare‘? Lo senti al massimo nelle repliche di ‘Drive In' su Italia 2 la notte.

«Non c’è bisogno della bottiglia per innamorarsi. Né della cannabis per ballare freneticamente in discoteca» dichiara ancora l'incredibile Lorenzin che distorce la realtà assimilando dipendenza da alcol a consumo di cannabis e confondendo i piani. Sa, signor ministro, dopo una bella canna l'ultima cosa che le viene in mente è fare qualcosa di ‘frenetico'. «C’è una vita piena di sole oltre la plastica delle droghe» è infine lo slogan della responsabile di governo sul fronte Salute. Penso faccia parte di uno storytelling già definito, messo nero su bianco da qualche genio della comunicazione. E non voglio nemmeno immaginare di cosa era fatto il creativo che ha pensato uno slogan simile.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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