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Mimmo Jodice, la grande retrospettiva al Museo Madre di Napoli

Sarà visibile al pubblico, da domani e fino al 24 ottobre, la mostra “Attesa. 1960-2016”, cinquant’anni e più di carriera di un grande maestro della fotografia italiana (e non solo).
A cura di Redazione Cultura
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Mimmo Jodice alla conferenza stampa di "Attesa. 1960-2016"
Mimmo Jodice alla conferenza stampa di "Attesa. 1960-2016"

Parte da Napoli, la città dove è nato e in cui è sempre rimasto, più precisamente dal Museo MADRE, la più grande retrospettiva mai dedicata a uno dei maestri della fotografia italiana, Mimmo Jodice, ottantadue anni, cinquantasei di carriera e due occhi azzurri di una incandescente vitalità. Per i più fortunati, nei primi giorni di mostra, sarà possibile essere guidati lungo l'itinerario fotografico dall'autore in persona.

"Attesa. 1960-2016": la più grande retrospettiva sull'arte fotografica di Jodice

Uno degli indiscussi maestri della fotografia contemporanea in un percorso retrospettivo appositamente concepito dall’artista per gli spazi del museo MADRE, la mostra presenta più di cento opere, suddivise in diverse sezioni, fra loro connesse.

In queste opere, che hanno contribuito a definire gli sviluppi della ricerca fotografica a livello internazionale, Mimmo Jodice esplora il mondo intorno a noi soffermandoci sulle soglie di un tempo indefinito, in cui si intrecciano il passato, il presente e il futuro. Jodice delinea una dimensione posta al di là dello scorrere del tempo e delle coordinate spaziali, sospesa nella dimensione – contemporaneamente fisica e metafisica, empirica e contemplativa – dell’attesa. Un’attesa che è anche matrice di una pratica rigorosamente analogica della fotografia: ricerca paziente dell’illuminazione, spesso mattutina, in grado di rilevare l’essenza del soggetto rappresentato, o come l’altrettanto paziente bilanciamento dei bianchi e dei neri in camera oscura.

"Attesa 23" del 1999 @Mimmo Jodice
"Attesa 23" del 1999 @Mimmo Jodice

Il rapporto per immagini con la città al piano terra del MADRE

Nella sala Re_PUBBLICA MADRE al piano terra – in prossimità della strada su cui il museo si affaccia – è messa in scena, nel formato di una grande proiezione cinematografica una selezione di immagini dalle serie dedicate, negli anni Sessanta e Settanta, alla città di Napoli: dalla registrazione di forme di aggregazione sociale come i cortei del partito comunista o le feste popolari, alle condizioni di vita manicomiali e carcerarie, dalle dinamiche del lavoro in fabbrica, fra cui agli impianti di Bagnoli, e dalla denuncia del lavoro minorile o dei meccanismi di esclusione sociale alla vita di strada nei bassi e nelle periferie napoletane. Sono gli anni di un’estesa e approfondita interpretazione fotografica della realtà. In queste immagini Jodice, senza mai ridurle a semplice documentazione, restituisce il senso stesso della propria epoca e della propria città, colti nelle loro irriducibili contraddizioni, con un’attenzione estetica che si traduce in impegno etico e antropologia democratica degli oggetti comuni, delle abitudini quotidiane, dei comportamenti collettivi, dei residui della Storia, delle ideologie e delle fedi. Un’analisi lucida che si erge a inno barocco, epistemologia lirica, chiaroscuro sociale e culturale: “teatralità quotidiana a Napoli”.

"Palmira" @Mimmo Jodice
"Palmira" @Mimmo Jodice

Al terzo piano, il percorso espositivo dedicato alle ricerche sperimentali

Dopo l’avvio presso la sala Re_PUBBLICA MADRE la mostra prosegue al terzo piano.Qui l’inizio e la fine del percorso espositivo sono dedicati alle coeve ricerche sperimentali: incunaboli di una fotografia che si declina come investigazione concettuale delle potenzialità del linguaggio fotografico: in Vera fotografia (1979), l’immagine della mano dell’artista, intenta a scrivere a penna le parole del titolo, le riporta sulla carta fotografica come una vera scritta a penna. Analogamente, la stessa mano non rappresenta ma realizza un taglio (Taglio, 1978) e una bruciatura (Bruciatura, 1978). Sovvertendo l’interpretazione del mezzo fotografico quale mera registrazione del reale, Jodice oppone o sovrappone un elemento tridimensionale alla sua riproduzione fotografica (Ferrania, 1976, Carta d’identità, 1978, Vetro, 1978, Corrispondenza, 1979), così come strappa/accosta, satura/desatura diverse immagini fotografiche realizzando fantasmatici paesaggi che sono il risultato di inediti avvicinamenti spazio-temporali (Frattura, Paesaggio interrotto, Orizzonte, Strappi, Momenti sovrapposti).

"Alba fucens" @Mimmo Jodice
"Alba fucens" @Mimmo Jodice

Info sulla mostra e come raggiungere il Museo Madre

Il Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina – si trova nel cuore storico di Napoli, sulla “via dei Musei”, a pochi metri dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti (Galleria d’Arte Moderna), lì dove si sviluppa l’antico quartiere di San Lorenzo.

MADRE NAPOLI Via Settembrini 79, 80139 Napoli
info@madrenapoli.it
T +39 081 193 13 016

La retrospettiva su Mimmo Jodice, "Attesa. 1960.2016", sarà aperta al pubblico dal 24 giugno al 24 ottobre. Nel fine settimana inaugurale sono previsti 3 giorni di visite guidate (ore 11:00 e ore 17:00) per un totale di 6 visite nei giorni di sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 giugno.

Il biglietto della mostra costa 7 euro. Al lunedì, giorno di apertura gratuita del museo, l'ingresso alla mostra è gratuita.

Per tutte le info c'è il sito www.madrenapoli.it o il call center  +39 081 193 13 016 (Dal lunedì al venerdì: 9.00 — 18.00; Sabato: 9.00 — 14.00)

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