13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Migranti, stop ai processi fantasma: “Se irreperibili le udienze sono sospese”

Il Giudice Guido Salvini, del tribunale di Milano, ha bloccato un processo a carico di uno straniero: “Se l’imputato è ignaro non si può arrivare a sentenza”.
A cura di Annalisa Cangemi
13 CONDIVISIONI
Immagine

Se un migrante non è stato avvisato non può essere processato. L'ordinanza del tribunale di Milano crea un precedente nel rapporto tra migranti e giustizia. Il caso in questione riguarda un procedimento a carico di un 29enne algerino, accusato di aver utilizzato banconote false. Nel 2014 all'uomo è stato affidato un avvocato d'ufficio, e dato che la polizia giudiziaria non è a conoscenza di un suo domicilio fisso, ha scritto nel fascicolo l'indirizzo dello studio legale, per tutte le comunicazioni del processo. Ma il giudice Guido Salvini, della Prima sezione penale del Tribunale di Milano, ha bloccato tutto: per non rischiare di celebrare un processo fantasma, ha sospeso le udienze (insieme ai tempi di prescrizione del reato) fino a quando la polizia giudiziaria non riuscirà a trovare l'imputato, informandolo del processo.

L'ordinanza è dello scorso 14 luglio, e si rifà a una sentenza di Cassazione del 24 gennaio scorso, che afferma che l'elezione di domicilio presso il difensore d'ufficio non prova l'avvenuta comunicazione del processo in atto. E invece sono migliaia in Italia i processi in cui gli imputati vengono condannati, ma non sono mai stati sentiti, né gli avvocati hanno potuto chiedere per loro il patteggiamento o il rito abbreviato. Nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo è espressamente indicato che a ognuno deve essere garantito un giusto processo senza alcun tipo di discriminazione. Per questo motivo la Corte europea dei diritti dell'uomo ha censurato in due occasioni i tribunali italiani e la prassi di portare a processo gli stranieri che non hanno i mezzi per difendersi e e soprattutto che sono inconsapevoli.

Allargando il campo lo stesso trattamento potrà essere riservato a situazioni simili. Si legge nell'ordinanza: "Situazioni identiche a quella ora esaminata si presentano con molta frequenza in questo Tribunale". Se il migrante non viene arrestato non si può stabilire se sappia o no di essere sotto processo. E si tratta di solito di persone che vivono per strada, senza fissa dimora, quasi sempre stranieri, accusati di reati come ricettazione, furto, occupazione di immobili e resistenza a pubblico ufficiale, che non prevedono l'arresto obbligatorio. Questi casi sono il 15% di tutti quelli che si svolgono a Milano, in presenza del giudice monocratico.

Ma, come ha raccontato Repubblica.it , i magistrati si dividono: si procede fino a sentenza se "Una volta che viene indicato un difensore, e il domicilio è stabilito presso il suo studio, è l'imputato a doversi informare sull'evoluzione del processo", ha spiegato un giudice.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views