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Migranti, sei bambini morti in naufragi a largo della Turchia

Due delle piccole vittime sono dei fratellini siriani di uno e quattro anni. Sono annegati dopo che è affondato il barcone sul quale si trovavano insieme ad altre 23 persone.
A cura di Susanna Picone
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All’alba di questa mattina, al largo delle coste turche, sono stati trovati i corpi senza vita di sei bambini. Sono sei bambini che – riferisce l’agenzia di stampa statale Anadolu – sono morti in due naufragi di barconi carichi di migranti. Tra i sei corpicini senza vita ci sono quelli di due fratellini siriani di uno e quattro anni. Si chiamavano Diven Halil Hussein e Beren Halil Hussein e, da quanto si apprende, sono annegati dopo che al largo di Bodrum è affondato il barcone sul quale viaggiavano insieme ad altre 23 persone. Tutti gli altri migranti sarebbero stati salvati. I corpi degli altri quattro bambini sono stati trovati dopo un naufragio di un altro barcone con a bordo siriani e afgani al largo di Ayvacik. In questo caso sono stati salvati 51 migranti. Solo quattro giorni fa nella penisola di Bodrum era stato trovato il corpo di un’altra bambina: la piccola, che aveva quattro anni, è stata ritrovata in maniera casuale da un pescatore che ha visto il corpicino incastrato tra alcune rocce. Probabilmente era morta alcuni giorni prima, nel naufragio di un barcone di migranti diretto in Grecia. E ancora, sempre da quella zona, mesi fa sono arrivate le terribili immagini della morte del piccolo Aylan, il bambino siriano annegato insieme al fratellino e il cui corpo senza vita in qualche modo è diventato “simbolo” del dramma dei rifugiati.

Mogherini: “Serve risposta comune” –  “L'Ue è stata impreparata ad affrontare i flussi dei rifugiati, l'Italia lo ha detto: è un problema europeo”, così l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa della Ue, Federica Mogherini, intervenendo al gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell'assemblea parlamentare della Nato, a Firenze. Per Mogherini “c’è voluta l'ondata di rifugiati sulla rotta balcanica per renderci conto che c'è bisogno di una risposta europea”. “Abbiamo perso molto tempo, su provvedimenti che dovevano essere messi in atto mesi prima, spero che oggi tutti si siano resi conto che si tratta di un problema europeo comune”, ha continuato l’ex ministro. “Il regolamento di Dublino praticamente non è più vigente – ha detto ancora – è giunto il momento che anche i governi si rendano conto che è necessario prendere una decisione seria sui flussi migratori e dei rifugiati. L'Europa non si può permette che le persone muoiano sul nostro territorio per lentezza”.

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