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Migranti, Renzi: “Meschino chi urla sui media all’invasione”

“Parliamo di numeri che sono più o meno gli stessi degli ultimi due anni”. E Salvini risponde su Twitter: “Io sono meschino ma non schiavista, complice o fesso”.
A cura di Redazione
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Nella sue enews il presidente del Consiglio Matteo Renzi dedica il "Pensierino della sera" alla questione immigrazione, un "fenomeno che durerà anni e che necessita di un’azione in Africa. Da farsi come Unione Europea, come abbiamo proposto". Per il premier, "finché non li aiuteremo per bene a casa loro, continueremo a cercare di tamponare, ma un tampone non è mai la soluzione. Finalmente qualcosa si muove e l’Unione Europea pare intenzionata a scommettere davvero sul Migration Compact proposto dall’Italia. Ma nel frattempo siamo orgogliosi di quelle italiane e quegli italiani che ogni giorno – rischiando la propria – salvano centinaia di vite umane".

Quello "che un po’ stride – ha aggiunto – e talvolta mi sembra meschino, è l’atteggiamento di chi grida e urla, in questi casi. Di chi usa sui media, e non solo, parole come: sistema al collasso, emergenza, invasione. Stiamo parlando di numeri che sono più o meno – a seconda delle settimane – gli stessi degli ultimi due anni. Un decimo di quelli che ha preso la Germania lo scorso anno. Sono numeri che nella percezione mediatica sembrano molto più grandi. Ma sono numeri in media con il passato e non superiori a altri paesi". Il punto è, ha proseguito Renzi, "che non sono solo numeri. Ma sono bambini che muoiono nelle stive. Mamme che accettano di rischiare la vita e farla rischiare ai propri figli, tale e tanta è la loro disperazione. Non sono solo numeri. Dunque, io dico: aiutiamoli a casa loro davvero, con la cooperazione internazionale e un diverso modello di aiuti allo sviluppo. Nel frattempo salviamo quante più vite umane possibili, sapendo che non c’è nessuna invasione: i numeri sono sempre gli stessi, più o meno. C’è una grande crisi umanitaria nel Mediterraneo e non solo nel Mediterraneo: noi proponiamo di affrontarla con determinazione e visione a medio termine, non inseguendo le paure o i voti". Il premier ha ricordato che "il nostro modello di gestione dell’emergenza – a differenza di altri Paesi – non ha situazioni di disagio come i campi di Idomeni o di Calais. L’Italia c’è, con i suoi valori e con la sua forza. Aspettando che anche il resto di Europa si renda conto fino in fondo dell’importanza politica e umana di questa sfida".

A queste parole ha immediatamente replicato il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che sul suo profilo Twitter ha scritto:

Oltre ai migranti, nell'enews del premier si è toccato anche il tema del rientro di Salvatore Girone in Italia:

Adesso i marò sono in Italia. Sono tornati per un’azione di buon senso, paziente e non reclamizzata. E il buon senso ci deve continuare a guidare. Ecco perché siamo felici che questa manifestazione del 2 giugno sia la prima dopo anni in cui nessun nostro soldato è privato della propria libertà all’estero. Ma non utilizzeremo il 2 giugno per strumentalizzare alcunché.

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