53 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Migranti presi a sprangate, parlano gli italiani fermati: “Siamo noi le vittime”

Davanti al Gip durante l’udienza per la convalida del fermo, i tre giovani accusati di tentato omicidio hanno riferito di essersi solo difesi. Ma la versione degli aggrediti, ospiti del centro di accoglienza di San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania, è completamente diversa: “Non li conoscevamo, forse ci hanno scambiato per altre persone”.
A cura di Biagio Chiariello
53 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo il video choc che ha portato al fermo di tre italiani accusati d'aver aggredito quattro ragazzini egiziani ospiti del Centro di prima accoglienza per minori non accompagnati di San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania (uno dei quali è in coma farmacologico), continuano le indagini sull'accaduto. Dal carcere di Caltagirone, Davide e Giacomo Severo, 32 e 23 anni, e Antonino Spitale, 18 anni, danno versione diametralmente opposte dei fatti. “Sì siamo noi nel filmato, ma noi siamo le vittime, non gli aggressori. Le mazze le avevano in mano loro, noi gliele abbiamo tolte”, si difendono i  tre indagati per tentato omicidio. Da parte sua l'avvocato degli italiani ricostruisce la posizione dei suoi assistiti: "Il 18enne è stato aggredito dagli egiziani, gli amici l'hanno aiutato". Questa la ricostruzione: "All'uscita di San Cono 7-8 extracomunitari hanno aggredito per futili motivi il 18enne, Spitale. I due fratelli Severo stavano passando e sono intervenuti per difendere l'amico. Uno dei due, che in auto aveva una pistola per giocare a softair l'ha impugnata per farli fermare. Hanno tolto loro le mazze da baseball, ma quelli che erano rimasti erano in possesso di colli di bottiglie e pietre e li hanno aggrediti, e loro si sono difesi. Sono loro le vittime" spiega l'avvocato Pietro Marino.

Completamente diverso è però il racconto di uno degli aggrediti: "Noi quei ragazzi italiani non li conoscevamo, mai visti. Forse ci hanno scambiati per altri egiziani. Eravamo di ritorno dal mercatino del sabato, ci hanno picchiati senza motivo", spiega il minorenne, ospite come gli altri tre pestati del centro di prima accoglienza. Alla domanda perché i tre si sono accaniti solo contro uno dei quattro, in un italiano stentato e pronunciando alcune parole in inglese ha poi aggiunto: "Lui era più avanti rispetto al resto del gruppo. Forse per questo se la sono presa con lui".
Sarà il Gip di Caltagirone nelle prossime ore a decidere se convertire il fermo in arresto. Nel frattempo Domani in Sicilia arriverà il console egiziano a Roma Sherif Elgammal per far visita ai connazionali, vittime dell'aggressione: prima andrà in ospedale per vedere il sedicenne in coma farmacologico dopo l'intervento alla testa, poi si recherà in Prefettura e infine andrà a San Michele di Ganzaria nel centro di prima accoglienza dove si trovano gli altri tre giovani.

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views