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Migranti, Papa Francesco striglia l’Europa: “Bisogna costruire ponti, non muri”

Papa Francesco, intervenuto alla cerimonia di consegna del Premio internazionale Carlo Magno, lancia un monito all’Europa: “L’identità è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale”. “E’ necessario costruire ponti e abbattere i muri”, ha proseguito. Un chiaro accenno alla questione Brennero e una critica alla decisione di Vienna di bloccare le frontiere per impedire l’accesso dei migranti in territorio austriaco.
A cura di Charlotte Matteini
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Papa Francesco in visita nell'isola greca di Lesbo

In occasione della cerimonia di consegna del Premio internazionale Carlo Magno, attribuito quest'anno a Papa Francesco, il Pontefice ha parlato a lungo della questione migranti: "La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa", ha dichiarato il Papa, che poi ha posto una domanda ai leader europei intervenuti alla celebrazione: "Che cosa ti è successo, Europa terra di poeti, filosofi, artisti, musicisti, letterati? Che cosa ti è successo, Europa madre di popoli e nazioni, madre di grandi uomini e donne che hanno saputo difendere e dare la vita per la dignità dei loro fratelli?".

Un chiaro riferimento alla strategia messa in atto dall'Austria, che nelle scorse settimane ha deciso di chiudere le frontiere e di cominciare a effettuare controlli sui migranti che cercano di attraversare il Brennero. Una mossa definita "pura propaganda" dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, osteggiata anche dal cancelliere tedesco Angela Merkel, che ieri ha ribadito la sua contrarietà, mostrandosi preoccupata per questo ritorno ai nazionalismi.

"Siamo tentati di cedere ai nostri egoismi, guardando al proprio utile e pensando di costruire recinti particolari", ha proseguito il Papa, ribadendo la sua netta posizione: E' ora che l'Europa si risvegli. "I progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate", ha spiegato Papa Francesco.

"L'identità europea è, ed è sempre stata, un'identità dinamica e multiculturale. La bellezza radicata in molte delle nostre città si deve al fatto che sono riuscite a conservare nel tempo le differenze di epoche, di nazioni, di stili, di visioni", ha proseguito il Pontefice, sottolineando che la Chiesa è disposta ad aiutare gli stati europei nelle operazioni di accoglienza dei migranti, ma l'Europa deve cambiare registro e fare la sua parte, auspicando il passaggio da un'economia liquida a un'economia sociale di mercato, che non punti solo al profitto, ma che investa sulle persone, creando un valore aggiunto, "creando posti di lavoro e qualificazione". Un passaggio più volte auspicato anche dall'ex pontefice Giovanni Paolo II.

Alla cerimonia erano presenti molti leader europei, tra i quali il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il re di Spagna Felipe IV, i presidenti europei Martin Schulz, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk e il governatore della Bce, Mario Draghi.

Papa Francesco è il secondo Pontefice, dopo Giovanni Paolo II, a ricevere questo prestigioso riconoscimento internazionale che, dal 1950 viene conferito a personalità con meriti particolari in favore dell'integrazione, dell'unità e della pace in Europa. "Mai come ora l'Europa ha bisogno di cittadini coraggiosi che si adoperino per l'unificazione europea, di persone che scuotano le nostre coscienze e ci ricordino ciò che è veramente importante: la pace, la solidarietà e il rispetto reciproco" ha commentato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz.

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