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Migranti: l’Ue cerca una mediazione, ma Schengen sempre più in bilico

Diversi Paesi hanno chiesto la sospensione del Trattato per gravi carenze nei controlli alle frontiere esterne. Sul banco degli imputati la Grecia che nei prossimi giorni sarà sotto esame.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante tutti i Paesi membri si dichiarino disponibile a non far fallire definitivamente il trattato di Schengen, l'accordo sulla libera circolazione di uomini e mezzi in Europea appare sempre più in bilico. Nel vertice dei ministri dell'Interno dell'Ue sulla questione emigranti che si è svolto ieri, infatti, la maggioranza dei Paesi si è schierata a favore di un prolungamento dei controlli alla frontiera chiedendo alla commissione Ue di attivare una proroga da 6 mesi fino a 2 anni. A favore si sono schierati tra gli altri Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Francia e Slovenia chiedendo di continuare i controlli almeno fino a quando i numeri dei migranti non si ridurranno in maniera concreta.

Visto che le previsioni per i prossimi mesi indicano tutt'altro che una riduzione dei flussi, la presa di posizione di fatto blocca la rotta balcanica, quella che ha visto gli arrivi più massicci negli ultimi mesi soprattutto a causa dei profughi siriani in fuga dalla guerra. Per molti questo potrebbe significare anche l’apertura di nuova strada per i disperati che attraverso Albania e Montenegro potrebbero tentare il viaggio via mare verso le coste adriatiche dell'Italia.

Tutto ruota attorno all'attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen che prevede la concessione di proroghe condizionate di sei mesi come chiesto da Alcuni Stati. La proroga però scatta solo nel caso che la commissione Ue verifichi una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza dell'Ue che potrebbero essere determinate da gravi carenze nello svolgimento dei controlli alle frontiere esterne da parte di uno o più Stati. Per questo sul banco degli imputati è finita la Grecia accusata di non gestire in modo adeguato il flusso dei migranti che arrivano ogni giorno dalla Turchia.

A questo proposito mercoledì prossimo la Commissione approverà un rapporto sul funzionamento di Schengen nei diversi paesi dell'Unione con particolare attenzione proprio ad Atene. In caso di bocciatura si avranno tre mesi di tempo e un sostegno economico per tappare le falle riscontrate dai commissari Ue o altrimenti Schengen potrebbe saltare. Nelle prossime settimane comunque si continuerà a trattare prendendo in esame anche altri interventi come aiuti alla Turchia per fronteggiare i flussi di migranti.

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